Verbale della Seduta del 16 ottobre 2024

GRUPPI E COMMISSIONI

Consiglio Pastorale


PRESENTI
don Claudio Lunardi, don Andrea Giuliani, suor Maura Brusadelli, Antonella Carraro, Andrea Gaspari, Gianmarco Maroni, Sofia Mascolo, Antonella Mocchetti, Marisa Presutto, Antonio Primi, Laura Sardella, Salvatore Scoma e Francesca Zambolo.
ASSENTI GIUSTIFICATI
suor Angela Magnoli, Mariangela Agnelli, Luca Brasola, Filippo Ferrarotto, Daniele Marinoni e Emanuele Ravizza.

ORDINE DEL GIORNO

  1. Preghiera introduttiva e breve riflessione.
  2. Rilettura del Direttorio dei Consigli Pastorali di Comunità Pastorale pag. 45 par. D “Compiti e modalità di lavoro dei CPCP”: scelta dei moderatori e segreteria che, insieme, costituiranno la Giunta del CPCP.
  3. Lavoro sulle stesse domande poste ai consiglieri uscenti (allegato 1).
  4. Consegna ai consiglieri del lavoro sinodale svolto dal CPCP uscente.
  5. Varie ed eventuali.

1) L’incontro inizia con la preghiera insieme della Compieta e una riflessione di don Claudio che prende spunto dalla Proposta Pastorale per questo anno pastorale dell’Arcivescovo Mons. Mario Delpini: “E’ lo Spirito che fa crescere la comunità”.
Partendo da un brano di Isaia 29, 13-21 dove il profeta chiede al popolo di Dio una religiosità autentica, che non si accontenti dell’apparenza, ma che sia capace di scendere in profondità: «Questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me». Tuttavia, mentre noi ci aspetteremmo che Lui s' inalberi contro il popolo e lo maledica, invece leggiamo che: “Egli è qui, eccomi! a continuare a operare meraviglie e prodigi con questo popolo”. Non solo per questo popolo, ma prodigi con questo popolo. Con il suo popolo Dio agisce, con la sua Chiesa Dio è presente, con noi Dio vuole fare grandi cose. Anche la nostra comunità spesso è affaticata, invecchiata, incredula, inadatta alle sfide contemporanee. Ma Egli ci reinvia in missione. Dio di Gesù vuole compiere prodigi CON questo popolo, con noi, con ciascuno di noi. E per fare questo ci vuole un cuore, non le labbra, non le tante parole, ma un cuore carico della Grazia di Dio. Dice l’Arcivescovo nella sua proposta pastorale per questo anno: “Per dare forma alla comunità cristiana basta la grazia di Dio: è lo Spirito che fa crescere, è lo Spirito che arricchisce dei suoi doni, è lo Spirito che fa dei molti una cosa sola facendo memoria di Gesù.”

2) Si prosegue con la rilettura del Direttorio dei CPCP pag. 45: “compito del consiglio pastorale è stabilire ogni anno un programma di azione pastorale, che attua per la concreta comunità pastorale le linee della proposta pastorale diocesana e tiene conto dello sguardo sul futuro che ogni comunità cristiana è chiamata a coltivare e ad aggiornare.”
  • Vengono messi in evidenza alcuni aspetti che ci danno le giuste indicazioni:
  • Non si deve lavorare a caso.
  • Il nostro compito è stendere un programma da sviluppare e approfondire durante l’anno, che tenga conto di uno sguardo al futuro.
  • Il nostro consiglio pastorale è chiamato a preparare le nostre comunità al domani, a disegnare un volto nuovo alla nostra Chiesa per essere pronta ad essere presente in maniera incisiva e vera nel futuro. Come sarà la Chiesa di Arcisate-Brenno fra 10-20 anni? Come sarà la comunità cristiana?
  • “… Sono quindi di competenza del consiglio tutte le questioni concernenti la vita della comunità cristiana, per custodire e ravvivare la sua capacità di essere testimonianza viva e credibile della bellezza del Vangelo, in una prospettiva missionaria”.
 
Il nostro impegno serve perché la nostra comunità sia capace di custodire e ravvivare il suo modo di essere testimone e dare un’impronta evangelica in un contesto in cui il 92% del nostro paese è indifferente alla fede cristiana: ci sono persone cristiane che credono, ma non partecipano più alla vita della comunità. Il nostro compito è quello di ravvivare e riaccendere il Vangelo nella nostra comunità cristiana.
“Anche le questioni economiche, benché di competenza del consiglio per gli affari economici, si iscrivono negli orientamenti tracciati dal consiglio pastorale, cui compete formulare un parere previo in ordine: all’assunzione delle scelte di natura economica con un forte rilievo pastorale, alla determinazione di quali siano i beni necessari alla vita futura della comunità e alla decisione di alienare beni che fossero di aggravio per la loro gestione.”
Un aspetto concernente questa parte è la richiesta della Curia alle parrocchie di stendere un Bilancio di Missione, cioè una percentuale, che il consiglio pastorale stabilirà, del bilancio parrocchiale da destinare alle opere missionarie (per l’educazione, la formazione, la carità…).
“Non sono di competenza del consiglio pastorale i compiti direttamente di carattere esecutivo e organizzativo della vita parrocchiale e della comunità pastorale. Tali compiti spettano agli organismi e commissioni competenti e coinvolgono la competenza propria della diaconia. Al consiglio pastorale tocca individuare, promuovere, indirizzare, animare, coordinare e verificare la realtà delle diverse commissioni, che dovranno essere adeguatamente rappresentate nel consiglio pastorale… Spetta alla singola comunità pastorale stabilire quali siano le commissioni da costituire … definendone la natura (liturgia, carità, famiglia, etc.)”.
Il consiglio pastorale propone i progetti e la diaconia e le commissioni li realizzano (organizzazione ed esecuzione delle varie attività individuate nel progetto pastorale di ogni anno); sta sempre al consiglio pastorale individuare quali e quante commissioni debbano essere costituite nella nostra comunità pastorale (liturgia, famiglia, carità, …). È necessario, prossimamente, fare un incontro con i rappresentanti di ogni commissione: capire quali esistono ancora e quali stanno solo su un foglio di carta, ma che concretamente non ci sono più.

GIUNTA: Suor Maura, che fa parte del Consiglio Formazione Giunte della zona di Varese, spiega la natura e composizione della giunta. È composta dal presidente (parroco), dal segretario e dai moderatori: il segretario ha funzioni principalmente tecniche (redazione verbale, invio convocazione e ordine del giorno), i moderatori preparano l’ordine del giorno con il parroco e guidano a turno le sessioni del consiglio pastorale. La giunta, leggendo la realtà del territorio, individua i temi da inserire negli ordini del giorno da discutere nei vari incontri del consiglio pastorale.
Per le giunte la Diocesi chiede una formazione in preparazione a questo incarico: per la zona di Varese il primo incontro sarà 9 novembre 2024 con tema il “consigliare”, il secondo incontro sarà 8 marzo 2025 su “metodologia per condurre un consiglio”.
Il parroco, in qualità di Presidente, nomina Laura Sardella per l’incarico di segretario.
Come moderatore si propone Andrea Gaspari (Arcisate), mentre per la parrocchia di Brenno viene proposta Antonella Carraro che accetta l’incarico.

3) Prima di aprire il dialogo sulle domande dell’allegato 1, don Claudio legge due passaggi: il primo del Card. Martini del 1993 e il secondo del Card. Ratzinger (poi divenuto Papa) del 1969-70 su come vedevano e profetizzavano la Chiesa che ora stiamo vivendo.
Card. Martini: “il problema è che una Chiesa ancorata al passato non è più in grado di fare cristiani, cosa che di fatto è la sua missione. Questo è il punto: ciò perché non riesce a mettere in comunicazione il vero tesoro che è il Vangelo con le domande, le urgenze, le angosce, ma anche le conquiste, le possibilità e le opportunità degli uomini e delle donne di oggi. Questo è il vero vuoto: oggi le famiglie richiedono il catechismo e i sacramenti, ma il giorno dopo la Cresima il credente evapora. C'è una frattura che bisogna ricomporre, c'è bisogno di una conversione della vitalità pastorale.”
Nonostante tutti gli scritti del Card. Martini su come impostare la Chiesa, le comunità cristiane non hanno recepito quelle indicazioni, lasciando ai posteri tali problemi e adesso lo stiamo vivendo noi.
Card. Ratzinger: (in un contesto dopo il ’68: rivoluzioni e contestazioni nella società e la Chiesa stava vivendo, dopo il Concilio Vaticano II) – “Dalla crisi odierna emergerà una chiesa che avrà perso molto: diventerà piccola, dovrà ripartire più o meno dagli inizi, non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che aveva costruito nella prosperità poiché il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e sperimenterà di nuovo i sacramenti come servizio divino e non come un problema di struttura liturgica. Sarà una Chiesa più spirituale. A me sembra certo che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili; la sua vera crisi è appena incominciata, si deve fare i conti con grandi sommovimenti, ma io sono anche certissimo di ciò che arriverà alla fine: non la Chiesa del punto politico, che è già morto, ma la Chiesa della Fede.”
 
Dopo questa introduzione si apre il dialogo sulle domande poste al precedente consiglio pastorale alla fine del loro mandato:

1) Quali sono le caratteristiche della nostra comunità cristiana? Su cosa si fonda in modo particolare per creare la sua identità e renderla visibile? Ad esempio: sulla formazione… sulla spiritualità…sulle modalità di aggregazione… sulla missione… sulla carità …
Laura: non vedo una caratteristica specifica della nostra comunità: ci sono vari gruppi che lavorano bene in vari ambiti (gruppo Caritas, oratorio estivo che però poi da settembre si svuota eccetto che per le domeniche insieme o le feste domenicali dedicate a temi particolari es. Castagnata, Festa della Mamma, etc.). La formazione, da qualche anno, è attiva soprattutto a livello decanale (liturgia, catechiste).
Andrea: nel nostro paese c’è una disparità a livello di reddito e ciò comporta che soprattutto chi sta bene economicamente non cerca Dio perché inizialmente non gli serve, anche se poi l’avere tutto materialmente non basta al nostro spirito e quindi poi ci potrebbe essere una ricerca di Dio.
Caratteristica della nostra comunità è sicuramente relativa all’aggregazione (giornate insieme), ma anche la spiritualità con il ritiro-esercizi spirituali all’inizio della quaresima che l’anno scorso ha richiamato parecchi fedeli riempiendo la chiesa. Così pure i Gruppi di Ascolto a cui partecipano in totale un centinaio di persone della nostra comunità, che sembrano poche sul totale degli abitanti del paese, ma nel loro piccolo sono un segno importante della nostra comunità.
Alla Messa delle 11.00 purtroppo ci sono tante persone non più giovani e tanti posti vuoti, sono comunque fiducioso e intravedo speranza tramite il modello delle attività di aggregazione.
Antonella Mocchetti: non trovo una vera peculiarità, però una delle attività che la nostra comunità continua a portare avanti è l’Iniziazione Cristiana che dà visibilità: questa attività porta ai bambini e alle loro famiglie il desiderio dell’incontro con Gesù. Anche il gruppo Caritas è attivo sul piano economico e psicologico, forse non è molto pubblicizzato.
Antonio: una pianta cresce dal seme, quindi giustamente le attività di aggregazione sono fondamentali però forse è meglio concentrarle sui più giovani con attività ludiche e ricreative e tramite queste attività rivolte a loro, anche le famiglie potrebbero sentirsi coinvolte in queste esperienze: con un occhio al futuro potrebbe esserci così un accostamento maggiore all'elemento cristiano che porta alla Fede.
Francesca: il seme nasce nelle famiglie che sono la nostra comunità. Rapportando le famiglie alla nostra comunità vedo Brenno come una grande famiglia, un po’ meno Arcisate con famiglie che provano a vivere la comunità. Facendo parte delle catechiste conforta che dall’esterno si percepisca questo impegno rivolto alle famiglie.
Antonio: questo seme si coglie maggiormente nelle famiglie dove già si respira un’aria cristiana.
Francesca: nella loro attività però le catechiste accolgono famiglie che hanno vari livelli di percorso di Fede, da quelle che già frequentano a quelle con vissuti familiari difficili.
Marisa: quello che ci pone la domanda iniziale è come si presenta adesso la nostra comunità. Negli ultimi anni c'è stata una offerta formativa piuttosto ampia e di qualità. Per quanto riguarda la modalità di aggregazione vedo un altro aspetto: la volontà spontanea di aggregazione piuttosto che la comunione in seguito all’invito di partecipare. A Brenno è più visibile, ad Arcisate questa cosa si è persa negli ultimi vent’anni. Come caratteristica della nostra comunità punterei di più sulla formazione: formando gli adulti, essi stessi possono maggiormente educare i più giovani.
2) La vita ordinaria della comunità si evidenzia in modo particolare nella celebrazione dell’Eucarestia domenicale e nello svolgersi dell’anno liturgico: quale cura e attenzione si hanno a questo riguardo?
Laura: facendo parte del gruppo liturgico mi sembra che in generale le celebrazioni domenicali e per le festività siano curate nel complesso (sacrestia, cura degli addobbi, lettori e animazione musicale). Ci sono persone volonterose che si attivano per la cura della S. Messa per aiutare la comunità a vivere meglio la celebrazione e a parteciparvi più attivamente, anche se a volte è difficile, forse sbagliamo qualcosa nella modalità.
Francesca: anche per l’anno liturgico, (avvento, quaresima) è tutto molto curato. L’unica nota è che alla Messa delle 11.00 capita che il sacerdote che presenzia non si adegui alla presenza dei bambini e quindi per loro la S. Messa risulta noiosa, poco coinvolgente.
 
Marisa: sicuramente la cura della Messa è l’aspetto più positivo della nostra comunità, già siamo ambrosiani quindi c’è la tendenza alla cura e precisione, comunque nella nostra comunità c’è grande impegno in tal senso.
Andrea: concordo su tutto, a parte i canti su cui bisogna fare uno sforzo in più: ci sono tanti canti che qui non vengono usati, ma che sono stupendi e coinvolgenti.
Salvatore: su questo concordo in pieno, arrivando da un’altra realtà del sud Italia, vedo la differenza: qui il ritmo il più delle volte è solenne e composto, poco gioioso.
Andrea: anche io, dove ho trascorso quest’anno le vacanze in sud Italia, ho partecipato a delle Messe ben animate dove cantavano anche i bambini.
Laura: concordo, però bisogna tenere conto anche delle risorse che si hanno e della disponibilità di queste persone a imparare nuovi canti.
Andrea: importante che non ci sia ostruzionismo e che non vogliano adeguarsi: su questo aspetto come consiglio pastorale dovremmo proporre qualcosa.

3) Negli ultimi anni quali sono state le scelte più significative nella programmazione pastorale? Si riesce a valutare se e quale riscontro hanno avuto nella comunità?
Gianmarco: sicuramente gli Esercizi Spirituali e i Gruppi di Ascolto, manca però qualcosa per le famiglie soprattutto quelle più giovani. Anni fa si facevano degli incontri dei gruppi familiari ogni due mesi dove ci si trovava e ci si confrontava.
Marisa: per le famiglie, in Assemblea Sinodale stiamo cercando di occuparci di questo aspetto delle famiglie, cercando di conoscere la situazione a livello decanale per poi fare delle proposte per costruire qualcosa. Secondo la mia esperienza sono salti che si ripropongono sempre e sono legati all’età dei figli. Non sottovaluterei poi il giornalino “L’Arco”: ci sono sicuramente persone che lo buttano subito nel cestino, ma tanti lo leggono. Proporrei al consiglio di partecipare alla realizzazione di questo giornalino con articoli e proposte.
Francesca: un gruppo di genitori si ritrovano periodicamente in oratorio per un momento di condivisone e confronto, sono una dozzina di coppia
Don Claudio: diventa sempre più difficoltoso trovare collaboratori e chi c’è è già avanti negli anni. Nonostante l’appello fatto sul giornalino ARCO per cercare nuovi volontari che collaborino in parrocchia nei vari ambiti, ma non si è fatto avanti nessuno.
  • La sacristia, la chiesa … va curata. Serve chi apre e chi chiude.
  • Servono coppie disponibili per la pastorale pre-battesimale e magari anche post battesimale
  • Anche in oratorio nessuno si è fatto avanti per la cura degli ambienti.
Suor Maura: purtroppo è una situazione generalizzata, non solo nella nostra comunità.
4) Cosa chiede la gente in particolare alla nostra comunità, anche in maniera non esplicita, e cosa si aspetta di trovare?
Francesca: quando facciamo le domeniche insieme, alcune famiglie vengono perché si sentono obbligate, ma quando partecipano alla giornata hanno desiderio di relazioni, uno spazio in cui sentirsi a casa e alla sera tornano a casa contenti. In queste giornate serve poi tenere argomenti comuni sia per i bambini che per i genitori perché ci possa essere un lavoro successivo in famiglia e non fine a sé stesso solo per quella giornata. Andrea: sono d’accordo: è il tempo dell'incontro, dell’abbraccio, della relazione. C’è sete di relazioni, di legami sinceri e veri. Anche se non è facile… Ci vorrebbero delle coppie, delle famiglie che accolgano. Francesca: bisogna cambiare lo stile: sia in chiesa che in oratorio servono persone che ti accolgono col sorriso. Marisa: c’è poi un’altra fascia d’età, più anziana rispetto a queste famiglie con figli piccoli, che soffrono la solitudine ed è una grande fetta della nostra comunità. Anche loro hanno estremo bisogno di relazione e di essere ascoltati, non dobbiamo sottovalutare anche questo aspetto,
Antonella Carraro: per esperienza personale in questa comunità, la gente ha bisogno di sentire la nostra vicinanza: con l’ascolto e con un atteggiamento cordiale e sereno. Serve quindi farsi prossimo in modo semplice per tutte le fasce di età, dal più piccolo all’anziano.
Laura: a tal proposito c’è un servizio che il nostro Arcivescovo ci ha proposto in passato: servizio accoglienza in ingresso e uscita delle messe, ma nella nostra comunità non è stato recepito nel modo giusto e quindi poi quasi  totalmente  abbandonato.  Certo  servono  persone  che  sentono  il  desiderio  dell’incontro  e dell’accoglienza e che accolgano con il sorriso e buone maniere, aiutando l’assemblea a vivere la messa in modo adeguato.

6) Quale rapporto vi è tra i laici e i presbiteri? C’è scambio, dialogo, condivisione di progetti, riconoscimento dei ruoli di ciascuno, si può quindi parlare di corresponsabilità?
Laura: vedo un rapporto positivo tra laici e presbiteri. L'unica cosa che noto è che le persone hanno paura di prendersi degli incarichi, che non sono impossibili ma che ognuno può fare.
Andrea: ma siamo anche noi che dobbiamo vincere la paura di chiedere agli altri.
Antonella Carraro:ti assicuro che si cerca anche di coinvolgere persone che non si conoscono (ad esempio per leggere a messa), non ci arrendiamo, però la fatica a volte si sente. Serve l’aiuto di tutti e non delegare solo al gruppo liturgico, come nel caso dell’animazione della liturgia.
Marisa: serve la passione per il servizio per rendersi disponibili.
Per le ultime due domande si rimanda a un incontro successivo.

Per il punto 4. dell’Ordine del giorno si allegano a parte le risposte date dal consiglio pastorale uscente: al consiglio attuale sono state lette al termine di ogni confronto.

5) Varie ed eventuali
Per il CDA dell’asilo De Amicis di Arcisate, Ente Paritario-indirizzo cattolico, deve essere nominato un rappresentante della parrocchia e viene proposto il Sig. Alessandro Pascutti che opera in parrocchia: la maggioranza dei consiglieri approva.

Viene data la parola a don Andrea per presentare il suo lavoro.
Don Andrea: dall’esperienza in questo Decanato da seminarista e diacono conosco già alcuni aspetti, altri invece li sto scoprendo. Il mio sguardo è decanale sulla pastorale giovanile su cui ho già in mente alcuni progetti. Io non sono il Vicario di Arcisate e Brenno, ma si tutto il decanato. Il tempo che riserverò a questa comunità Pastorale è lo stesso che do altre comunità della Valceresio.
Riguardo la pastorale giovanile della CP Arcisate-Brenno ci sono “pecore volonterose senza pastore”: ci sono pre-ado, adolescenti e anche giovani, ma mancano gli educatori e figure adulte che facciano fare quel salto in più. C’è tanto da lavorare in questo ambito!!!
Lo stare semplicemente insieme senza fare un gradino in più non dura nel tempo, le figure adulte sono essenziali. Anche solo tenere l’oratorio aperto la domenica con un adulto al bar e uno che gioca coi bambini potrebbe già fare la differenza: senza aspettarsi le folle, ma sarebbe bello tenere aperto l’oratorio per chi la domenica pomeriggio non sa cosa fare.
Facendo un passo ulteriore, i ragazzi e giovani che frequentano la pastorale giovanile potrebbero anche fare delle uscite per visitare gli anziani, o supportare l’iniziazione cristiana per la seconda elementare, o altre attività di missione. Il mio predecessore ha fatto un lavoro molto prezioso: ha avuto il coraggio di rompere degli schemi, adesso bisogna proseguire e avere il coraggio di costruire altro. Seguendo la pastorale del Decanato non posso essere presente ovunque nello stesso tempo, ma il mio compito principale è di coordinamento, pur con la volontà di essere presente il più possibile.

PROSSIMO INCONTRO
  • Mercoledì 27 novembre 2024: Consiglio Pastorale allargato con CPCP S. Carlo di Induno Olona La seduta termina alle ore 23.05 con una preghiera conclusiva.
ALTRI APPUNTAMENTI
  • Sabato 09 novembre 2024: mattinata formativa per le Giunte dei Consigli Pastorali zona II a Masnago Sabato 14 dicembre 2024: mattinata formativa per i CPCP e laici impegnati ad Induno
  • Giovedì 23 gennaio 2025: Consiglio Pastorale Arcisate-Brenno (chiedendo possibilmente di essere TUTTI presenti)


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