Ricorda in questo anno il 60° di ordinazione sacerdotale
Di tanto in tanto ci si ritrova tra amici di vecchia data. Condividiamo una cena semplice, accompagnata da chiacchiere e battute tra ragazzi che si son fatti pressoché sessantenni. Abbiamo cominciato a frequentarci a scuola e all’oratorio, quando la vita ci aveva portato fuori dai cortili dove abitavamo e ci eravamo ritrovati protagonisti di un’infanzia e poi d’una adolescenza fitta di incontri, di giochi, di sport e di un’infinità di tempo trascorso sempre insieme. I confini del mondo in cui abbiamo alimentato e rinsaldato la nostra amicizia erano i confini dell’oratorio; e poi quelli delle vacanze insieme, per quello che chiamavamo ‘campeg-gio’ anche se ad un certo punto si stava sotto il tetto di una baita e non dentro una tenda.
Quando ci si ritrova, a distanza di più di cinquant’anni da quando ci siamo conosciuti, è sempre l’occasione per ricordare anche i sacerdoti che ci hanno accompagnato in quegli anni così spensierati. Sempre, immancabilmente, ripercorriamo i momenti più avventurosi; inevitabilmente, a quei momenti – che rimangono unici nella nostra vita, associamo il ricordo di don Roberto Bellati, Prevosto di Arcisate dal 1974 al 1986.
È tutt’altro che semplice riassumere la portata di quei ricordi nello spazio di una pagina. Con don Roberto, nel corso degli anni, abbiamo fatto di tutto. Abbiamo intonacato i muri della Fornace per farne dei nuovi spazi per l’oratorio, così come i muri di alcune baite per le vacanze. Abbiamo scavato a mano condotte di scarico e sistemato tetti di ardesia. Abbiamo camminato e ci siamo arrampicati sulle creste della Valsassina e della Valle Spluga, con il buono e con il cattivo tempo. Abbiamo pregato e abbiamo celebrato la Messa là dove il nostro cammino insieme ci portava, vicino o lontano da casa. Abbiamo giocato e cantato. Abbiamo imparato il rispetto per la natura ed il rispetto tra noi, il senso dell’impegno ed il valore unico di ciò che si realizza lavorando fianco a fianco con gli altri. Lo abbiamo ascoltato parlare e predicare, con la passione che tutti quelli che lo hanno conosciuto ricordano bene. Ci abbiamo discusso, quando le sue scelte non ci sembravano le più adatte. Gli abbiamo affidato le nostre lacrime quando ci sembrava che la vita stesse per soffocarci. Gli abbiamo raccontato le nostre gioie e i nostri sogni. Abbiamo ricevuto i suoi complimenti ma anche i suoi rimproveri e i suoi richiami senza sconti. E lo abbiamo sempre sentito vicino al nostro cuore. Abbiamo condiviso con don Roberto - uomo e prete, una parte determinante del nostro percorso, in quegli anni così belli e decisivi della nostra vita. Senza dubbio, chi siamo oggi è frutto anche di quella parte del nostro cammino.
Sappiamo bene che la stessa ricchezza di ricordi, con modalità e tempi diversi, la possiede anche chi in quegli anni era già adulto. E ne siamo certi perché in quegli anni la nostra parrocchia era molto più centrale nella vita di tanti arcisatesi. Ma ne siamo ancor più sicuri perché in quegli anni don Roberto ci ha testimoniato l’affetto per noi suoi parrocchiani anche quando camminare insieme era più faticoso; perché ci ha testimoniato la centralità del Vangelo nella sua vita; perché ci ha testimoniato il desiderio di farsi ogni giorno Uomo Nuovo, senza compromessi.
Tra non molto accoglieremo tra noi don Roberto Bellati, nel suo Sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Celebreremo con lui, festeggeremo con lui.
Noi siamo sicuri che, come se non fossero trascorsi così tanti anni, quando ci guarderà negli occhi ci ritroveremo tutti ragazzi e sentiremo di nuovo quel fremito che ci pigliava alla vigilia della partenza per l’Alpe Rasga o per l’Alpe Premaniga, pronti a farci il bagno nel Varrone o a salire nottetempo fino all’Alpe Solino. Perché il tempo non ha cancellato né mai potrà cancellerà ciò che don Roberto ha donato al cuore e alla vita cristiana di ciascuno di noi.