Editoriale di don Matteo
Il prossimo 9 giugno don Claudio celebrerà il 40° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
Parlare di 40 anni fa affiorare subito alla memoria il cammino del popolo di Israele nel deserto, un cammino dai molti significati che possono sfociare in augurio per questa tappa del cammino del nostro Parroco.
Nel deserto, il popolo di Israele è stato guidato da Mosè, mandato da Dio a liberare il suo popolo dalla Schiavitù d’Egitto e condurlo a libertà. L’Egitto non è sempre stato “il male” per Israele! Lì si erano trasferiti per ricercare rifugio e nutrimento durante la carestia, lì avevano vissuto un tempo di prosperità e di gloria … ma poi, dopo qualche secolo, la situazione era cambiata, Israele si era trovato a diventare schiavo in quella situazione … una situazione faticosa agli occhi di tutti … eppure sopportata forse con rassegnazione… Mosè è incaricato di “condurre a libertà” ad una “Terra Promessa” che neanche lui conosceva: era nel cuore di Dio. A lui è chiesto di fidarsi e di “tirare fuori” il suo popolo … Mi sembra che la tua condizione, don Claudio, non sia molto differente. Siamo comunità che hanno radici solide che affondano nella storia, abbiamo un passato glorioso … ma sono sotto gli occhi di tutti le fatiche attuali. Tu hai quel “fuoco dentro” che ti spinge a continuare a spronarci a percorrere strade nuove: non stancarti delle resistenze, e con pazienza, continua a stimolarci.
Qual cammino di 40 anni è servito non solo per “uscire dall’Egitto”, ma anche per fare “di una moltitudine di persone un popolo solo”: questa è la seconda fatica di Mosè! Anche noi, soprattutto in questo tempo storico che tutta la società sta vivendo, rischiamo di ricercare l’indipendenza più che la comunione … ma è sotto gli occhi di tutti che questa strada non porta alla salvezza ma all’autodistruzione! Tu, don Claudio, non perdere quella cura del pastore che continuamente desidera radunare le pecore disperse in un unico ovile. Che accompagna le pecore madri e porta sul petto gli agnellini.
Il cammino del deserto, 40 anni, è anche il “tempo di una generazione” … devono morire coloro che si erano rifiutati di entrare nella terra promessa e lasciare spazio agli uomini nuovi… più che pensare alle facce di chi resiste, forse la sfida vera è far morire il nostro uomo vecchio per dar spazio all’uomo nuovo ricreato da Cristo … Questo l’augurio personale: non perdere quella cura di sé, lavoro di cesello, per far emergere quella creatura che Cristo continuamente cerca di plasmare in noi … nonostante noi …
Mosè non entrerà nella “Terra Promessa”, gli basterà vederla dall’alto del monte Nebo: questo dice della delicatezza di Dio, e questo riempie di gioia Mosè e lo ricolma delle sue fatiche … Questo ti auguriamo, don Claudio: di poter già ora avere il dono di poter contemplare e pregustare quella “Terra Promessa” a cui ci stai conducendo, quel “popolo santo” che siamo chiamati a diventare, quell’”uomo nuovo” che cammina docile allo Spirito.
40 anni sono un tempo considerevole, ma sono anche l’inizio del cammino vero! L’augurio più grande è di non perdere mai quell’ardore che ti spinge … e perdonaci se ogni tanto contribuiamo a spegnertelo …