16 dicembre
Nella serata di Sabato 16 dicembre la nostra comunità pastorale Madonna d’Useria ha vissuto un momento “storico”, quello della consacrazione dell’altare della Basilica di san Vittore, in Arcisate. Per questa consacrazione, come vuole la prassi, si è fatto presente il nostro Arcivescovo Mario, che con sapienza ci ha aiutato ad entrare nella celebrazione che stavamo vivendo ma anche a riflettere sul tempo dell’Avvento e sul significato di Altare e Ambone che sono stati benedetti e consacrati.
Già durante la sua omelia una sottolineatura è stata importante e non è passata inosservata alle orecchie di molti: l’arcivescovo ha continuato a parlare di “Valceresio” e forse quasi mai della singola parrocchia di Arcisate. Questo non certo per negligenza o poca attenzione ma con quel suo chiaro desiderio di suscitare, sostenere e accompagnare un cammino unitario dentro il nostro decanato.
Il momento però più intenso penso che sia stato quello vissuto “a porte chiuse” con i preti del decanato e le sorelle della parrocchia… appunto il momento della cena! Come sempre è stato caratterizzato dalla cura e dalla passione di parte degli “uomini della tettoia” … ma con la loro presenza non c’è d’aver timore sulla qualità della mensa… ciò che ha dato un “sapore inaspettato” è stata proprio la presenza dell’arcivescovo.
Dopo qualche giro di saluti e qualche scambio di battute, la conversazione si è incentrata tutta sulla nostra Valle. Incalzato da don Claudio, a partire dal racconto di suor Angela e suor Maura del lavoro che stanno svolgendo con i gruppi liturgici e catechisti a livello di decanato, Mons. Delpini ha chiesto conto, come suo solito, delle vocazioni germogliate nella valle in questi anni … e quando abbiamo riferito che ce ne sono state diverse ma quasi tutte orientate al mondo religioso e non alla scelta del seminario, si è lasciato andare ad una battuta a bassa voce che però ha poi esplicitato … «per forza non entra nessuno in seminario, vi vedono girare come le trottole da una parte all’altra!». È proprio da qui che la conversazione ha acquisito i tratti della consegna: «non vi ho chiesto di venire a fare i preti qui in Valceresio per continuare a fare quelle che si è sempre fatto!», «se ho chiamato proprio voi, e non altri, ci sarà un motivo (siete qui con le particolarità di ciascuno)», «vi ho mandati qui prima di tutto a servizio della Valle e poi delle parrocchie che vi sono state affidate», «non vi ho assegnato solo una o più comunità e poi, se resta il tempo, il decanato, ma il contrario», «siete qui per fare qualcosa di nuovo! Non so cosa! A voi individuare le modalità», «vi chiedo di preparare la Chiesa di domani».
Tutto questo è stato rilanciato dalla sapienza del nostro Vicario Episcopale di Zona, presente anche lui alla cena, che ha concluso affermando che «l’avere carta bianca sul futuro, purché si provino strade nuove, è responsabilità e dono».
La cena si è conclusa con un altro fuori programma, il saluto al concerto della Banda di Brenno…
… Ma “il sapore che si porta in bocca” dura di più del tempo della cena … e così, nei giorni successivi, nei vari incontri informali tra noi preti e suore, si è continuato a ricordarci queste parole dell’Arcivescovo e a sognare, insieme e in privato…
Mi sembra che si apra davanti a noi un tempo fondamentale per la Valceresio, forse un’occasione unica! Che dovrà essere caratterizzata da un ascolto serio di cosa lo Spirito sta
suscitando in ciascuno, da un confronto franco su sogni, visioni, possibilità, criticità … e dal coraggio di mettere mano all’edificazione della Chiesa di domani. Questa responsabilità non può essere solo di preti e suore! Mai come oggi è chiesto il coraggio di tutti! Il coraggio di provare strade inedite che testimonino il desiderio di condividere il Vangelo non solo con chi già lo conosce, ma soprattutto con chi non lo conosce o l’ha dimenticato.