Riflessione di Papa Francesco
I Magi che venivano dall’Oriente sono famosi per i doni che hanno fatto; pensando però alla loro storia, potremmo dire che essi, prima di tutto, ricevono tre doni: tre doni preziosi che riguardano anche noi. Danno oro, incenso e mirra, ma quali sono i tre doni che loro hanno ricevuto?
Il primo dono è il dono della chiamata. I Magi non l’hanno avvertita per aver letto la Scrittura o aver avuto una visione di angeli, ma l’hanno sentita mentre studiavano gli astri. Questo ci dice una cosa importante: Dio ci chiama attraverso le nostre aspirazioni e i nostri desideri più grandi. I Magi si sono lasciati stupire e scomodare dalla novità della stella e si sono messi in cammino verso quello che non conoscevano. Colti e sapienti, sono stati affascinati più da ciò che non sapevano che da ciò che già sapevano: si sono aperti a quello che non conoscevano. Si sono sentiti chiamati ad andare oltre, non si sono sentiti felici rimanendo lì, ma sentendosi chiamati ad andare oltre. Dio chiama ogni giorno, chiama ognuno di noi, nel nostro mondo.
Ma i Magi ci parlano poi di un secondo dono: il discernimento. Visto che cercano un re, vanno a Gerusalemme a parlare con il re Erode, il quale però è un uomo assetato di potere e li vuole usare per eliminare il Messia bambino. Ma i Magi non si lasciano ingannare da Erode. Sanno distinguere tra la meta del percorso e le tentazioni che trovano sul cammino. Potevano rimanere lì, alla corte di Erode, tranquilli: no, vanno avanti. Lasciano il palazzo di Erode e, attenti al segnale di Dio, non vi passeranno più, ma torneranno per un’altra strada (cfr v. 12). Quant’è importante saper distinguere la meta della vita dalle tentazioni del cammino! È un grande dono il discernimento, non bisogna mai stancarsi di domandarlo nella preghiera. Chiediamo questa grazia! Signore, dacci la capacità di discernere il bene dal male, il meglio da ciò che non è meglio.
Infine, i Magi ci parlano di un terzo dono: la sorpresa. Dopo un lungo viaggio questi uomini di alto livello sociale che cosa trovano? Un bambino con la mamma: una scena certo tenera, ma non stupefacente! Non vedono gli angeli come i pastori, ma incontrano Dio nella povertà. Forse si aspettavano un Messia potente e prodigioso, e trovano un bimbo. Eppure non pensano di essersi sbagliati, sanno riconoscerlo. Accolgono la sorpresa di Dio e vivono con stupore l’incontro con Lui, adorandolo: nella piccolezza riconoscono il volto di Dio. Il Signore s’incontra nell’umiltà, nel silenzio, nell’adorazione, nei piccoli, nei poveri.