In preparazione all'incontro con il nuovo vicario don Franco Gallivanone
Diversi sono i segni tangibili che sottolineano una discontinuità con il passato. Sono segni “che vengono dall’alto”, ma anche condivisi con il presbiterio decanale, e che chiedono alle comunità di interrogarsi sulla modalità di essere Chiesa oggi.
Per la verità, questi cambi degli ultimi anni: il passaggio da sei parroci a quattro (compreso Brusimpiano), la riduzione da due vicari di pastorale giovanile ad uno solo con compito su tutto il decanato, l’arrivo di due Sorelle della Parrocchia con incarico decanale, segnano un cambio necessario anche per noi consacrati nella modalità di vivere il ministero e quindi richiedono un serio ascolto dello Spirito e una capacità di discernimento sulle situazioni presenti, una libertà d’animo maggiore, una disponibilità alla verifica, l’umiltà nel riconoscere anche passi sbagliati e nel ripartire. Non ci è chiesto di vivere cambi di destinazioni, ma cambi nel modo di vivere il ministero.
Dentro questo scenario, accompagnati da questi “segni evidenti”, ci è chiesto di accompagnare comunità molto diverse tra di loro per storia, per slanci e ferite che hanno segnato il loro cammino, per educazione ricevuta anche da chi ci ha preceduto e da un modello ecclesiale spesso totalmente diverso da quello attuale, comunità segnate anche da una scarsa docilità di alcuni nel lasciarsi accompagnare nel cammino presente.
Accanto alla riduzione del numero dei parroci si è visto un cambio dell’organizzazione delle comunità: dapprima con la nascita delle Comunità Pastorali di San Carlo (Induno Olona), Sant’Elia (Viggiù, Baraggia, Saltrio e Clivio), Madonna d’Useria (Arcisate e Brenno) e le unità tra Cuasso al Monte, al Piano e Cavagnano e tra Bisuschio, Pogliana, Besano e Porto Ceresio. Poi, nell’ultimo anno, l’inizio di un processo di avvicinamento tra le due comunità Pastorali San Carlo e Madonna d’Useria, nella persona dell’unico Responsabile di Comunità Pastorale, e l’inizio del nuovo cammino unitario tra Bisuschio, Besano e Porto Ceresio e le comunità di Cuasso e Cavagnano.
Dentro questi cambi “strutturali”, non sempre accolti favorevolmente dalla nostra gente, non mancano però anche segni promettenti di un cammino decanale che si sta via via facendo sempre più chiaro.
Da anni Caritas e San Vincenzo camminano insieme e sono una realtà presente in tutte le comunità del decanato, con l’impegno nell’incontrarsi regolarmente e portare avanti alcune iniziative comuni sia culturali che di aiuto concreto.
È presente un gruppo missionario, coordinato da alcuni laici, in collaborazione con i padri comboniani di Venegono Superiore. Tale gruppo lavora da anni con una dimensione decanale.
La Pastorale Giovanile sta muovendo passi di avvicinamento, senza perdere di vista il cammino delle singole realtà: viene proposta una formazione educatori unitaria e poi la realizzazione di cammini educativi nelle diverse comunità/unità pastorali. Ai ragazzi vengono proposti alcuni pellegrinaggi durante l’anno e le vacanze estive, entrambi con un respiro decanale. Anche durante l’anno, grazie alla creazione della Consulta di Pastorale Giovanile, si cerca di mantenere un raccordo tra le varie comunità e anche di organizzare iniziative comuni.
Nel campo dell’educazione non si può non citare la presenza degli scout che, pur essendo maggiormente legati alle realtà di Induno Olona e Bisuschio, riescono a raccogliere parecchi ragazzi anche delle altre comunità. Nella stessa linea lavorano le realtà sportive di ispirazione oratoriana: grazie alla presenza di molti nostri educatori, riescono a custodire una buona cura educativa.
Con l’arrivo delle Sorelle della Parrocchia si è avviato un cammino di formazione delle catechiste di tutte le comunità del decanato: certo su questo tema le fatiche non mancano. Risulta sempre più difficile trovare persone disposte a spendersi nell’ambito della trasmissione della fede alle giovani generazioni e talune parrocchie rischiano di rimanere con classi scoperte.
Sempre grazie alla presenza delle suore si è avviato un cammino di formazione decanale anche per l’ambito liturgico, facendo approdare la formazione ad alcune proposte unitarie come la celebrazione della Processione del Corpus Domini, la Via Crucis della Domenica delle Palme, il pellegrinaggio decanale al Sacro Monte di Varese nel mese di maggio.
Dallo scorso anno si è cercato di rilanciare la proposta dei gruppi di ascolto della Parola nelle case, offrendo la possibilità di una formazione decanale degli animatori di tali gruppi.
A livello di pastorale famigliare si sta cercando di creare un coordinamento decanale. Già per quanto riguarda il corso in preparazione al matrimonio cristiano è stato proposto un cammino unitario, con la presenza di coppie provenienti da diverse parrocchie del decanato.
Da anni c’è una cura decanale per la terza età, con proposte di formazione spirituale e culturale e di pellegrinaggi.
Lo stesso Gruppo Barnaba, che ha poi dato vita all’Assemblea Sinodale Decanale, ha permesso di conoscere e cercare di gettare le basi per una relazione cordiale con varie realtà presenti in decanato e legate soprattutto al mondo dell’educazione.
Accanto a queste proposte “ufficiali” non mancano cammini più legati a lavori fatti in passato ma che ancora stanno portando frutti spirituali: penso all’esperienza formativa del GIM e al cammino dell’Evangelii Gaudium.
Le proposte non mancano. Certamente hanno bisogno di figure capaci di coordinarle e che credano nella bontà di cammini unitari, senza dimenticare l’importanza del radicamento nelle singole comunità. La presenza, in questi anni, di un seminarista, ora ordinato diacono, ha aiutato nel tenere un raccordo con gli scout e nel favorire un legame all’interno della pastorale giovanile.
Non diremmo la verità se tacessimo anche alcune fatiche dentro questo cammino. Non mancano comunità che vivono la tentazione di un’autoreferenzialità, forse perché le loro forze ancora sembrano essere sufficienti per camminare autonomamente, o più semplicemente per una pigrizia verso cammini di condivisione.
A malincuore dobbiamo anche riconoscere l’assenza quasi totale della parrocchia di Brusimpiano, fatta eccezione per una presenza all’Assemblea Sinodale e alla partecipazione di alcuni alle proposte scout.
Come già detto, in questa fase di “sperimentazione” sembrano quantomai necessari momenti di verifica all’interno dei vari ambiti pastorali per verificare i passi compiuti, valutare i cammini proposti, le attese sperate e i risultati ottenuti. Momenti che consentano di ragionare insieme su come custodire la bontà e necessità di cammini comunitari, senza dimenticare il prezioso radicamento sul territorio che consente ancora di avere un bacino sempre nuovo di persone che, alle prime armi con la vita ecclesiale, difficilmente si inserirebbero subito in cammini decanali.