Editoriale di don Claudio
La prima conversione da attuare deve quindi essere questa: convertiamoci a pregare di più, convertiamoci a considerare il valore della preghiera, convertiamo il nostro spirito perché tutti possiamo comprendere che la preghiera non solo salva l’anima, non solo la cura, non solo la nutre, ma salva, nutre, illumina, rende piena la nostra vita.
Una seconda conversione è la ripresa dell’ascolto della Parola di Dio. Un ascolto di Dio che continua a parlarci in modo vivo e a chiamarci costantemente alla fede in Lui. E ci deve essere un nutrimento costante. Se la nostra fede non viene alimentata, si perde o non è aderente alle profonde trasformazioni della nostra esistenza.
Un terzo passaggio indispensabile è l’incontro nel giorno del Signore nella celebrazione Eucaristica. È, infatti, in forza del dono del corpo di Cristo che noi diventiamo il corpo di Cristo che è la Chiesa.
Ed infine, ciò che nasce dall’ascolto costante della Parola e dalla celebrazione eucaristica è una fraternità che deve essere reale, nel senso che ci fa fare l’esperienza concreta del sentirci in cammino con altri.
La nostra comunità pastorale sta iniziando il secondo quinquennio di “vita insieme!”. Tanti passi si sono fatti, tanti altri saremo chiamati a farne. Il Vangelo chiede di essere “un cuore solo e un’anima sola”… un programma di vita, un cammino di conversione.
Che il Signore benedica questo cammino e Maria, la Madonna delle Grazie, vegli con sguardo materno su ciascuno di noi e sulla nostra comunità pastorale.