Riflessione
Il Risorto decide di incontrare i due discepoli incamminati verso Emmaus, li accosta e si fa compagno di viaggio. Loro si stanno allontanando dalla comunità, vanno quindi nella direzione sbagliata eppure Gesù cammina con loro. Lui, che guariva i malati nel corpo in un batter d’occhio, sa bene che la guarigione del cuore del discepolo chiede infinitamente più tempo e pazienza. Occorre ascoltare, pazientare, scuotere, spiegare, aiutare a ricordare, accendere il cuore, lasciare sempre liberi perché ciascuno compia il suo cammino. Solo così si mettono radici e si consolidano scelte durature. Invece i facili entusiasmi e i germogli improvvisi hanno vita breve.
Dopo che Gesù Ascende al cielo, gli apostoli continuano a trovarsi insieme a pregare e a vivere come facevano quando Gesù era con loro: hanno capito la cosa preziosa e importante e cioè che il Signore non li ha abbandonati, il Signore è lì accanto a loro, se anche noi capissimo questa cosa e cioè se non ci fermassimo alla sensazione dell'assenza di Dio nella nostra vita. Ma se invece sentissimo con la fede e la speranza che il Signore è ancora accanto a noi, parla, cammina e vive con noi, riusciremo a vivere una vita cristiana con più serenità e riusciremo anche a essere molto più comunità secondo il Vangelo.
Chiediamo che questa assenza del Signore diventi manifestazione della sua presenza, diventi segno di speranza per la nostra fede e la fede di chi abbiamo accanto.