Rottura nella trasmissione generazionale della fede

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In preparazione al prossimo Consiglio Pastorale


C’è un passaggio dell’Evangelii gaudium di Papa Francesco che non è stato ancora sufficientemente meditato da parte dei credenti e di moltissimi dei loro pastori, e che offre una descrizione limpidissima di ciò che tocca al cristianesimo occidentale al termine della cristianità.
Ecco il testo: 
Nemmeno possiamo ignorare che, negli ultimi decenni, si è prodotta una rottura nella trasmissione generazionale della fede cristiana nel popolo cattolico. È innegabile che molti si sentono delusi e cessano di identificarsi con la tradizione cattolica, che aumentano i genitori che non battezzano i figli e non insegnano loro a pregare, e che c’è un certo esodo verso altre comunità di fede. Alcune cause di questa rottura sono: la mancanza di spazi di dialogo in famiglia, l’influsso dei mezzi di comunicazione, il soggettivismo relativista, il consumismo sfrenato che stimola il mercato, la mancanza di accompagnamento pastorale dei più poveri, l’assenza di un’accoglienza cordiale nelle nostre istituzioni e la nostra difficoltà di ricreare l’adesione mistica della fede in uno scenario religioso plurale. 70
Mai come in questo caso e al più alto livello di magistero era stato riconosciuto il fenomeno della rottura nella trasmissione generazionale della fede cristiana. Da diversi decenni si discute a proposito delle difficoltà che l’agire pastorale concreto delle comunità cattoliche incontra sul terreno dell’iniziazione cristiana dei più piccoli, quasi sempre senza giungere a un qualche punto di vera svolta. E la ragione è presto detta: in quelle infinite discussioni non si ha il coraggio di avvicinarsi alle ragioni ultime di quelle difficoltà.
In verità, la comunità credente non riesce più a fare nuovi cristiani e nuove cristiane, semplicemente perché il proprio agire pastorale presuppone come attiva, all’interno delle famiglie cristiane, la trasmissione della fede ai rappresentanti delle nuove generazioni. E continua a procedere secondo la fondamentale indicazione dell’accompagnamento, con più o meno piccoli aggiustamenti.
Ma è proprio il decisivo indirizzamento dei bambini all’esperienza della trascendenza, da parte dei genitori, che non ci è più dato. Papa Francesco lo dice chiaramente: oggi sono molti i genitori che non fanno più battezzare i figli, quelli che non insegnano a pregare e quelli che semplicemente non si identificano più con la tradizione cattolica.
Proprio qui comprendiamo cosa significa prendere atto della fine del regime di cristianità: significa prendere atto che la popolazione adulta — quella alla quale appartengono i genitori — è uscita quasi del tutto dall’orbita del cristianesimo. 
Papa Francesco esorta i credenti a prendere decisamente consapevolezza dei fatto che di cristianesimo c’è ancora bisogno, in quanto gli uomini e le donne di oggi hanno ancora bisogno di Vangelo.
Il punto è che c’è bisogno di un cristianesimo diverso, altro, rispetto a quello che ha preso forma negli ultimi decenni. Il Papa fa un invito appassionato e realistico ai credenti a mettere mano e cuore a un nuovo immaginario del cristianesimo futuro.
Da Armando Matteo, OPZIONE FRANCESCO, San Paolo. 

Per il prossimo CONSIGLIO PASTORALE


UNA GENERAZIONE NARRA ALL’ALTRA LE TUE MERAVIGLIE.          Salmo 144
Quale dialogo esiste tra le generazioni?
Quali meraviglie abbiamo da narrare?
Riconoscere le meraviglie del Signore dentro la nostra generazione, quali meraviglie vedo per poi narrarle?
Ciò che noi viviamo in parrocchia, ciò che noi proponiamo ci aiuta a raccontare le meraviglie del Signore da una generazione all’altra o facciamo altro, siamo preoccupati di riempire solo spazi?
Come realizziamo questo “narrare le meraviglie” da una generazione all’altra, cioè come avviene oggi, nelle nostre comunità, la trasmissione della fede?

 

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