Il Signore ha visitato il suo popolo

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Tre comunità hanno pregato insieme con fedeltà agli incontri.


È sempre bello alla fine di ogni forma di convenire, di ritrovarsi, mentre si sciama come in questo caso fuori di chiesa, mentre ci si saluta e qualcuno rallenta il passo, raccogliere commenti, mozziconi di frasi…si comprende così a caldo cosa e quanto ha generato l’incontro appena concluso. Mi permetto (senza consenso degli autori!) di mettere in corsivo gli spezzoni di frasi che ho raccolto alla fine delle varie serate.
Gli esercizi spirituali ci hanno fatto rileggere il libro di Rut e sono stati proposti per la prima volta oltre che alla nostra comunità, anche alla Comunità San Carlo, che raccoglie le due Parrocchie di Induno “Tre comunità hanno pregato insieme con fedeltà agli incontri”. Guardare e “vedere che molti hanno il cuore che desidera di più” ha evidenziato che la Grazia agisce sempre, a noi sta il coraggio di “proporre senza paura” di non trovare consenso.
“Da troppo tempo la nostra preghiera era solo fra di noi”, il Covid ci aveva in verità imposto regole di distanziamento necessarie, ma poi è rimasto e ha rischiato di radicarsi quello stare lontani fisicamente e di conseguenza col cuore che ci rende soli, che uccide il senso di comunità.
“Sono stupito, non avrei pensato di vedere così tante persone”, più di centocinquanta persone di tante comunità parrocchiali, tante che i sussidi preparati non sono stati sufficienti per tutti, tante che hanno costretto chi lavora per preparare i segni, per stampare e via dicendo, a correre per avere altro materiale. Che meraviglia “vedere che molti hanno il cuore che desidera di più” e constatarlo anche attraverso questi numeri!
“Come è possibile leggere una storia così semplice e trovare dentro il presente” … Le spiegazioni e le meditazioni proposte, coinvolgenti ed appassionate, hanno fatto in modo che “ogni sera mi sembra di salire un gradino” e “quanto avrei perso restando a casa”.
E se il pregare insieme con un cuor solo ed un’anima sola, ci ha fatto sentire comunità viva, ancor di più raccogliere la croce di altri e portarla per amore nella preghiera personale durante il giorno, è stato vissuto con consapevolezza e gratuità, “la croce che ho raccolto era scritta in cirillico, non ho capito, ma ho pregato per la pace in quelle terre di guerra, per aggrediti ed aggressori” , “Sono lontana da quanto è scritto su questa croce, cerco di farla mia”, “la mia croce è più pesante, con questa mi sento amato da Dio”.
“È stata una fatica uscire di casa, ma ho trovato chi veniva con me”, “Ho dovuto impormi di venire…e ce l’ho fatta”, la fine di questo percorso ci lascia molto e ci chiama ad essere e realizzare insieme la Chiesa che vogliamo, la Chiesa che desideriamo tramandare e lasciare alle generazioni giovani. Certo che molti erano i capelli bianchi presenti, ma non solo, ricordiamoci allora noi ‘anta’ quanto debito abbiamo verso i nostri giovani, non fermiamoci all’apparenza, ma aiutiamoli a vedere una Chiesa gioiosa, aperta e che qui e ora vive il centuplo.
Grazie don Claudio e grazie a tutti noi!
Marisa P.
 

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