Lettura di un'inchiesta
All’inizio della passata Quaresima, durante la settimana di esercizi spirituali e nei giorni a seguire, abbiamo proposto alla nostra Comunità il questionario “IN ASCOLTO”, sia in versione cartacea che on-line. La proposta era nata a seguito della ripresa faticosa dei Gruppi di Ascolto del Vangelo, che per motivi noti a tutti, non sono potuti ripartire con incontri nelle case, come in passato. Il gruppetto di animatori di questi incontri, in passato piuttosto frequentati, volendo andare incontro alle presunte esigenze di tutti, ha proposto orari e giorni differenti (venerdì mattina, venerdì sera, domenica pomeriggio prima della S.Messa). Sono stati invitati alla conduzione dell’ascolto condiviso, anche diverse persone, tutto per diversificare e allargare le esperienze.
Non possiamo però nascondere un poco di delusione per l’esito di questi incontri. Per questo abbiamo avviato questa inchiesta, per cercare di capire cosa le persone chiedono, come vivono o non vivono l’esperienza di fede, quali consigli possono dare per la vita della Comunità, come la vedono dall’esterno…
Non c’era e non c’è la pretesa di un’analisi sociologica, ma alcuni dati anche solo numerici possono comunque aiutarci. Sono stati compilati e restituiti 115 questionari (54 cartacei e 61 on-line), 91 donne e 24 uomini. Nei cartacei la quasi totalità sia maschile che femminile dichiarava un’età superiore ai 55 anni, mentre in quelli on-line l’età è più varia, considerando però che 42 su 61 sono di età compresa tra i 35 e i 55 anni e quasi totalmente donne. La quota al di sotto dei 35 anni non arriva alla decina. Certamente questo ci dice la mancata riconsegna da parte dei più giovani del questionario, perché? Dimenticanza, superficialità, disinteresse… Aggiungiamo per maggiore completezza che il questionario è stato proposto, tramite i vari gruppi, ai genitori delle scuole, quindi ad un numero molto elevato di persone senza trovare riscontro, come interpretare tutto questo? Certamente sarà una bella e ardua sfida, trovare modi e metodi per sensibilizzare e portare alla partecipazione e al confronto, unica possibilità concreta di crescere e vivere insieme pur rispettando le posizioni di tutti.
Tutti si professano cattolici, solo un uomo (oltre 55) si dichiara ateo e agnostico, e non possiamo che ringraziare per aver raccolto con sincerità il nostro invito.
La quarta domanda chiedeva che cosa ognuno ritiene sia la fede; la maggioranza ha messo la propria crocetta su “una forza interiore data da Dio” (78), seguono “un mezzo per comprendere il senso della vita” (27) e “credere in Dio e seguire una religione” (16), notando che alcuni hanno contrassegnato anche un paio di opzioni.
Sulla frequentazione della nostra Comunità, la stragrande maggioranza dichiara di frequentarla, dato abbastanza ovvio dato che il questionario è stato distribuito principalmente nelle chiese, ma quasi a sorpresa emergono 13 persone equamente divise tra uomini e donne e suddivise nelle varie fasce d’età, che dichiarano di non frequentare. Il dato è abbastanza interessante, perché se analizziamo, si tratta di più del 10% del nostro campione!
Circa il 30% ha precisato di frequentare anche gruppi di volontariato, alcuni hanno anche indicato l’appartenenza al gruppo liturgico, alla corale, alla terza età, alla Caritas… cosa che ancora una volta ci rimanda ai luoghi di distribuzione del questionario.
La quasi totalità dichiara di frequentare la Messa domenicale, ma solo la metà dei 13 non frequentanti dice di non andare a Messa, sebbene l’opzione di frequentare altra Comunità, non sia stata presa in considerazione. Come leggiamo questo dato? Partecipare all’Eucarestia non è atto comunitario? Oppure si partecipa per abitudine? Oppure ? Non ci sono dati che ci possono aiutare in questa lettura, possiamo solo fare delle ipotesi, infatti nessuno ha dato risposte, né contrassegnando quelle proposte, né personali su questo tema.
E venendo alla richiesta su “cosa fai per continuare la tua formazione…”, molti hanno opzionato la risposta “vado in chiesa la domenica”, che proseguiva con “è abbastanza”, quasi sempre cancellato. Questo ci dice che ancora la Messa è la fonte cui attingere per la vita di tutta la settimana? Certamente è ancora un punto di riferimento importante, allora forse la cura maggiore va data proprio alla celebrazione festiva, come momento fondante educativo, spirituale, fraterno e caritativo.
E’ pure interessante notare che questa domanda ha ricevuto tante risposte discorsive, mettendo in luce il desiderio di manifestare quanto personalmente si fa per coltivare la fede. Mentre nelle fasce d’età più giovani si parla di vivere l’oratorio, moltissimi raccontano di letture, della Bibbia, di preghiera in famiglia e in gruppi. Si parla di volontà di raccogliere le proposte che arrivano dalla Parrocchia, ma anche dei tempi stretti della vita.
Ed infine per quanto riguarda i “consigli da dare”, mi sembra che frequentemente ritorni la parola ‘accoglienza’ e ‘fraternità’: sono i due atteggiamenti che con più insistenza emergono come richiesta. Domandiamoci allora cosa significa essere accoglienti? Come viene percepita l’accoglienza e la fraternità? Qualcuno scrive che bisogna valutare la capacità di ognuno per poter dar loro la possibilità concreta di esprimersi, superando il piccolo cerchio di amicizie, che magari impediscono ad altri di farsi avanti. Del resto altri incoraggiano a proseguire sulla strada della testimonianza, anche invitando testimoni del vivere la fede nel quotidiano, e a non lasciarsi demotivare dai risultati che sembrano pochi.
Altra cosa interessante è la richiesta di dare maggiore attenzione ai giovani e ai bambini, creando spazi di fede più destinati a loro: ma questa richiesta diventa un po’ difficile da comprendere…
Grazie a tutti coloro che hanno risposto aiutandoci così a leggere un po’ di più la nostra Comunità, invitiamo chi magari si sente escluso a farsi avanti, a esprimere il proprio disagio ai sacerdoti, ad iniziare ad avvicinarsi senza timori, per cercare di far ripartire il vivere insieme la fede e la condivisione.
Proprio in questi mesi infatti, tutta la Chiesa, e per noi in particolare la nostra chiesa ambrosiana sta cercando di conoscere meglio la vita di fede di tutti noi, soprattutto quella che si vive fuori dalle chiese, nelle scuole, nelle case, nei più diversi luoghi di lavoro, nelle relazioni umane, per ripartire dal basso, dal popolo di Dio, da tutti noi, dando vita alle Assemblee Sinodali, in tutta la Diocesi, che avranno il compito di essere il motore della Chiesa futura.
E infine lasciate che ringraziamo chi a fine questionario, ha ringraziato noi!