Assemblea CEI
Papa Francesco ha nominato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. A dare l’annuncio ai vescovi è stato il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che ha dato lettura della comunicazione del Santo Padre.
In mattinata i vescovi, riuniti per la loro 76ma Assemblea generale hanno proceduto all’elezione della terna per la nomina del presidente, secondo quanto previsto dallo Statuto. Gli altri due nomi erano il cardinale Lojudice e monsignor Raspanti.
Secondo il Sir le prime parole pubbliche del neopresidente sono state: "Comunione e missione sono le parole che sento nel cuore. Cercherò di fare del mio meglio, restiamo uniti nella sinodalità".
Zuppi ha poi convocato una conferenza stampa alle 17 per un breve saluto. «Questa fiducia del Papa che presiede nella carità con il suo primato, e della collegialità dei vescovi, insieme alla sinodalità, è la Chiesa – sottolinea –. E queste tre dinamiche sono quelle che mi accompagneranno e di cui sento tanto la responsabilità». Una Chiesa che per il porporato deve essere in movimento. «La missione è quella di sempre: la Chiesa che parla a tutti e parla con tutti», spiega. «La Chiesa che sta per strada e che cammina, la Chiesa che parla un’unica lingua, quella dell’amore, nella babele di questo mondo».
Zuppi accenna al momento che stiamo vivendo, segnato dalle «pandemie». Quella del Covid, innanzitutto, «con le consapevolezze e le dissennatezze che ha rivelato e provocato», e adesso la «pandemia della guerra» in Ucraina, senza dimenticare «tutti gli altri pezzi delle altre guerre». Il pensiero va poi ai suoi predecessori alla guida della Cei: Antonio Poma, Ugo Poletti, Camillo Ruini e Angelo Bagnasco, e infine Gualtiero Bassetti «che in questi anni con tanta paternità e con tanta amicizia ha guidato la Chiesa italiana, creando tanta fraternità di cui da vescovo ho goduto».
Il pensiero finale è per la Madonna di San Luca, che si festeggia a Bologna proprio oggi: «Metto tutto nelle sue mani e le chiedo di accompagnarmi e di accompagnarci in questo cammino della Chiesa italiana».
Chi è il cardinale Matteo Zuppi
Il cardinale Matteo Maria Zuppi è nato a Roma l’11 ottobre 1955, quinto di sei figli. Nel 1973, studente al liceo Virgilio, conosce Andrea Riccardi, il fondatore di Sant’Egidio, iniziando a frequentare la Comunità e collaborando alle attività al servizio degli ultimi da essa promosse: dalle scuole popolari per i bambini emarginati delle baraccopoli romane, alle iniziative per anziani soli e non autosufficienti, per gli immigrati e i senza fissa dimora, i malati terminali e i nomadi, i disabili e i tossicodipendenti, i carcerati e le vittime dei conflitti; da quelle ecumeniche per l’unità tra i cristiani a quelle per il dialogo interreligioso, concretizzatesi negli Incontri di Assisi.
A ventidue anni, dopo la laurea in Lettere e Filosofia all’Università La Sapienza, con una tesi in Storia del cristianesimo, entra nel seminario della diocesi suburbicaria di Palestrina, seguendo i corsi di preparazione al sacerdozio alla Pontificia Università Lateranense, dove consegue il baccellierato in Teologia.
Ordinato presbitero per il clero di Palestrina il 9 maggio 1981 dal Vescovo Renato Spallanzani, subito dopo viene nominato vicario del parroco della Basilica romana di Santa Maria in Trastevere, monsignor Vincenzo Paglia, succedendogli nel 2000 per dieci anni. Incardinato a Roma il 15 novembre 1988, dal 1983 al 2012 è anche rettore della chiesa di Santa Croce alla Lungara e membro del consiglio presbiterale diocesano dal 1995 al 2012. Nel secondo quinquennio come parroco a Trastevere, dal 2005 al 2010, è prefetto della terza prefettura di Roma e dal 2000 al 2012 assistente ecclesiastico generale della Comunità di Sant’Egidio, per conto della quale è stato mediatore in Mozambico nel processo che porta alla pace dopo oltre diciassette anni di sanguinosa guerra civile.
Nel 2010 viene chiamato a guidare la parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, nella periferia orientale della città; e nel 2011 è prefetto della diciassettesima prefettura di Roma. Poco dopo, il 31 gennaio 2012 Benedetto XVI lo nomina Vescovo titolare di Villanova e Ausiliare di Roma (per il Settore Centro). Riceve l’ordinazione episcopale il successivo 14 aprile per le mani dell’allora Cardinale Vicario Agostino Vallini e sceglie come motto Gaudium Domini fortitudo vestra.
Il 27 ottobre 2015 papa Francesco lo nomina alla sede metropolitana di Bologna e il 5 ottobre 2019 lo crea cardinale con il Titolo di Sant’Egidio. È membro del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dell’Ufficio dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
I messaggi
Innumerevoli i messaggi di felicitazione arrivati al cardinale Zuppi neo presidente della Cei da diversi ambienti, dalla politica al mondo ecclesiale. Il presidente Mattarella ha voluto far arrivare un messaggio di stima al cardinale Bassetti e un altro di felicitazioni a Zuppi: "La già rilevante e riconosciuta azione pastorale svolta come arcivescovo di Bologna saprà ispirare il suo operato alla guida e al servizio della Chiesa nel nostro Paese, confermandola quale prezioso punto di riferimento per la
società italiana". La Chiesa di Bologna esprime "le proprie felicitazioni". "Siamo lieti di questa scelta - affermano i vicari generali dell'Arcidiocesi, monsignor Stefano Ottani e monsignor Giovanni Silvagni - che riconosce il valore della persona e l'esemplarità del suo ministero, in particolare la sintonia con il magistero pontificio. Anche la città di Bologna e la Regione Emilia Romagna hanno mandato messaggi, così come buddhisti ed ebrei.
La lettera alla Costituzione
Un anno fa Zuppi pubblicò la "Lettera alla Costituzione", in piena pandemia, con tutti i problemi sociali - e non solo - che ne derivavano. "Ti voglio chiedere aiuto perché siamo in un momento difficile e quando l'Italia, la nostra patria, ha problemi, sento che abbiamo bisogno di te per ricordare da dove veniamo e per scegliere da che parte andare. E poi che cosa ci serve litigare quando si deve costruire?", scriveva il prelato. "Stiamo vivendo un periodo difficile. Dopo tanti mesi siamo ancora nella tempesta del Covid. Qualcuno non ne può più. Molti non ci sono più. All'inizio tanti pensavano non fosse niente, altri erano sicuri che si risolvesse subito, tanto da continuare come se il virus non esistesse, altri credevano che dopo un breve sforzo sarebbe finito, senza perseveranza e impegno costante. Quanta sofferenza, visibile, e quanta nascosta nel profondo dell'animo delle persone! Quanti non abbiamo potuto salutare nel loro ultimo viaggio! Che ferita non averlo potuto fare".