Amici di Gesù

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Omelia di don Claudio in preparazione alla Settimana Santa


Anche la nostra comunità può essere la casa dell’amicizia, come la casa di Betania lo è stata per Gesù e per gli amici di Gesù.
Soprattutto quando l’ora si fa critica, quando avvertiamo che le cose si vanno aggravando, noi tutti cerchiamo di circondarci di amici, delle persone che amiamo, non perché loro debbano risolvere i problemi, ma perché ci permettono di non essere soli ad affrontare la vita.
Così anche Gesù: sei giorni prima della Pasqua lo vediamo nella casa di Betania, a cercare amicizia dai tre fratelli, Maria, Marta e Lazzaro.

C’è anche Lazzaro che nel vangelo di domenica scorsa, Gesù ha restituito alla vita, e che nemmeno oggi lo sentiamo esprimere un suo pensiero. Non dice una parola, mai. Rimane sempre in silenzio.  Anche nell’amicizia talvolta sia necessario stare in silenzio, custodire la riservatezza, non parlare a vanvera. L’amicizia vive anche dalla capacità di evitare le chiacchiere inutili, i pettegolezzi, i giudizi.

Lazzaro, l’amico silenzioso, per la cui morte Gesù ha sofferto, si è addolorato, l’abbiamo visto piangere davanti alla tomba, eppure lui rimane in silenzio.
Se Lazzaro è silenzioso in compenso ha due sorelle attivissime: Marta che sappiamo esperta in cucina che non si risparmia per Gesù.

Ma oggi vogliamo fermarci sull’atteggiamento di Maria. Maria fa una cosa sorprendente: prende circa 300 grammi di profumo di nardo, molto prezioso che Giuda traduce subito nel valore di 300 denari. 
Con questo gesto Maria esprime la gratitudine, la riconoscenza. Vuol dire a Gesù che gli vuole proprio bene e anche nell’amicizia occorre che non diamo sempre per scontato che vogliamo bene a un amico, a un’amica. Occorre dirglielo con un gesto, una parola. È importante dire a qualcuno: ti voglio bene e non pensare semplicemente che tanto lo sa già.

Giuda Iscariota, invece, irrompe a dire il suo disagio e il suo dissenso, perché per lui ciò che conta nella vita non sono le emozioni, i sentimenti, i legami… conta il denaro, per lui i soldi risolvono tanti problemi!
Giuda è quella parte di noi che subisce il fascino del calcolo, del tornaconto, dell’interesse. 
Giuda è l’opposto della figura del servo di cui ci ha parlato Isaia. Chi è questa figura che non scappa davanti al dolore, non fugge riservandosi un’area di sicurezza? Chi sopporta il dolore in quel modo? Chi sta in silenzio e senza cercare facili giustificazioni?

È Gesù ed è vero come vedremo nel corso della Settimana Santa, rivivendo il cuore della nostra fede e della nostra spiritualità. È Gesù che viene sfigurato, disprezzato, trafitto, schiacciato… dal calcolo, dall’odio, dall’interesse. Eppure, lui continua ad amare. 
Anche quando l’amicizia attraversa il dolore, l’incomprensione, il conflitto e tutto questo ci fa soffrire, impariamo a stare lì, a resistere come fa Gesù, come fa il Servo che per amore continua a stare. 
Dio ci ama sempre attraverso le persone, attraverso gli altri. L’atteggiamento di Gesù che vivendo intensamente l’amicizia coi tre fratelli, ci parla di Dio, dell’amicizia di Dio.

In un momento come questo di fatica, di incertezza, di paura, siamo invitati a rinnovare l’amicizia come ci testimoniano Lazzaro, Marta e Maria e Gesù stesso. Un’amicizia capace di servizio e non di calcolo, di dono e non di ripiegamento su sé stessi, un’amicizia che si fa discreta e silenziosa in una società continuamente stordita dalle mille parole. 
Preghiamo per noi che spesso siamo trascinati ad agire come Giuda. Ritroviamo l’amicizia generosa e affettuosa dei tre fratelli, perché con Gesù possiamo vivere la nostra Pasqua.

don Claudio, parroco


 

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