Il Messaggio di monsignor Delpini per la Festa d'apertura dell'anno oratoriano
Conosco un paese dove i fiori sono vanitosi. Fioriscono solo se ci sono ammiratori disposti alle esclamazioni: «Guarda che bello! Che meraviglia!».
Il paese dei fiori vanitosi è rimasto senza fiori. In assenza di ammiratori e di applausi, i fiori sono avvizziti.
Ma io propongo di trapiantare i fiori vanitosi nel paese dove il sole li sveglia per fiorire gratis, solo per il gusto di essere vivi.
Conosco un paese dove i cani sono sordi. Cioè, non propriamente sordi, ma tengono le cuffie. Hanno l’udito raffinato e sono infastiditi dal rumore.
Perciò ascoltano la musica. Non sentono il passo del padrone e non si rallegrano. Non sentono l’avvicinarsi degli estranei e non abbaiano. Come cani da guardia non valgono niente!
Ma io propongo di invitare i cani con le cuffie nel paese dei messaggi irrinunciabili. Gli abitanti stanno con le orecchie bene aperte, perché non vogliono perdere i messaggi irrinunciabili, quelli che aiutano a vivere e sperare.
Conosco un paese dove gli uccelli sono muti. Cioè, non propriamente muti, ma non cantano. Sono arrabbiati. Infatti hanno cantato a lungo per svegliare il mondo a godere del mattino, ma i ragazzi dormiglioni hanno continuato a dormire.
Hanno cantato a lungo per invitare alla festa e alla gioia e gli adolescenti immusoniti hanno continuato a tenere il muso. Hanno cantato a lungo per narrare di paesi lontani e suggerire viaggi meravigliosi, ma i giovani pigri hanno continuato a impigrire sul divano. Perciò gli uccelli si sono scoraggiati e non cantano più.
Ma io propongo che gli uccelli si radunino sulle piante del paese della danza e dei sogni, dove ragazzi, adolescenti e giovani amano il futuro e si entusiasmano dei testimoni che hanno seminato gioia su tutta la terra.
Invito tutti e per tutto l’anno ad abitare il paese dove si ama la vita, perché è dono di Dio, è la vita di Dio; ad abitare nel paese dove si ama la vita, perché è vocazione alla gioia, la gioia di Dio; dove si ama la vita e si guarda lontano, perché si vorrebbe condividere con tutti la grazia di abitare in Dio.