Quando cambia il don!

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C’è bisogno un surplus di energia, di stima e fiducia reciproca.


L’estate è un tempo a volte frenetico. Non soltanto per le innumerevoli attività estive che i nostri oratori sanno realizzare, ma anche per il “via vai” dei preti responsabili di oratorio. Da questo punto di vista stiamo vivendo un’estate veramente calda, torrida. Che cosa si muove nel cuore di un prete a cui viene chiesto di cambiare? Che cosa si muove nel cuore di un oratorio che lascia il suo Don e si prepara a non avere più il suo Don?

Ogni oratorio lo sa: un prete non resta per sempre. Il cambio è un momento di gratitudine e di prova di maturità. Ogni oratorio deve esprimere grande responsabilità e grande spirito di comunione. 

Questo tempo di passaggio va vissuto in un atteggiamento di fede e preghiera, che apre alla comunione e alla collaborazione tra tutte le parti dell’oratorio. Un pensiero molto speciale ai nostri oratori a cui il prete viene tolto senza una “sostituzione”. C’è bisogno un surplus di energia, di collaborazione, di stima e fiducia reciproca. Occorre puntare fin da subito e senza esitazione alle risorse positive che ogni oratorio possiede. Senza dimenticare che in ogni oratorio è davvero grande e decisivo l’apporto degli educatori, così come quello dei genitori e dei volontari. 

È necessario che queste mani si uniscano e si stringano in una collaborazione più convinta, continuando a mantenere viva e vivace la pastorale dei ragazzi, in maniera seria, aggiornata, con un vero spirito ecclesiale.

"Sembra quand'ero all'oratorio, con tanto sole, tanti anni fa... Ora mi annoio più di allora, nemmeno un prete per chiacchierar". Le parole di "Azzurro" in fondo erano una profezia. Abbiamo sempre avuto i sacerdoti come responsabili dell’oratorio, ma l'ora è arrivata di decidere che qualcosa deve cambiare. Non ci sono alternative! La comunità oratoriana deve ritrovare uno stile “familiare”, dove, proprio per questo, non ci può essere una sola testa che pensa e decide per tutti. Nelle famiglie non avviene così. Al contrario, ci si mette intorno alla tavola, si pensa, si parla, si decide insieme, perché “ciò che interessa tutti, va deciso da tutti”.

Responsabilità e coraggio sono gli ingredienti basilari che ci vengono consegnati perché insieme possiamo rendere i nostri oratori vivi. Solo “insieme” daremo un volto nuovo al nostro oratorio. Solo insieme possiamo ricevere e trasmettere il dono della fede. Solo insieme possiamo vincere ogni divisione, distanza o distrazione che ci separa dagli altri e imparare così a costruire un senso di comunità più vivo e più concreto, in vista di una più consapevole testimonianza nel mondo. Solo insieme sarà possibile proporre la novità e fare in modo che l’oratorio sia sempre animato, non solo d’estate, ma tutto l’anno!


 

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