Don Valentino si sta preparando a salutare la nostra Comunità
Carissimi Amici, mi sto preparando a salutarvi.
Quando ricevetti dalle mani del cardinale Angelo Scola la nomina di vicario parrocchiale delle parrocchie di s. Vittore in Arcisate e di s. Maria Immacolata in Brenno Useria sapevo di avere davanti un tempo determinato, fino al 2021.
Lo sapevo, ma quando questa data, apparentemente lontana è arrivata, certamente, non è stato semplice accogliere questo cambiamento.
Un prete vive per la sua gente e viene continuamente plasmato dal Popolo di Dio, che ogni giorno è chiamato a servire.
Tutto questo l’ho ampiamente vissuto e verificato nei sei anni di presenza tra voi: uno come diacono transeunte e cinque come presbitero. Sei anni di inizio del mio ministero sacerdotale, sei anni di grazia e di benedizione.
Un tempo destinato, certamente, a rimanere in me colmo di ricordi ma soprattutto di esperienze vive anche per il futuro.
Sarò grato per sempre a questa comunità che mi ha accolto come prete novello e mi ha aiutato a vivere il mandato ministeriale attraverso una donazione gioiosa e abitato dal motto che, noi preti 2016, abbiamo scelto: “con la gioia dello Spirito Santo”.
Sono tantissime le occasioni e i passi vissuti insieme; troppi da descrivere qui, ma tutti li desidero custodire come segni che il Signore concede, suscita e intreccia passo dopo passo. Penso in modo speciale ai ragazzi, ai giovani e ai bambini, ai catechisti e agli educatori, alle famiglie e agli anziani, ai sacerdoti con cui ho collaborato.
In questi giorni ho la grazia di vivere il nostro 7° oratorio estivo e anche l’esperienza della vacanza in montagna con bambini e ragazzi che ormai ben conosco e amo. Devo vigilare sui sentimenti che oscillano continuamente tra la contentezza e la malinconia.
Non nascondo di ritrovarmi, talvolta, a sera tra le lacrime, perché tutto assume il sapore delle cose ultime, ma voglio godermi ogni istante e vivere in modo ancora più intenso questo mio servizio e questa mia vocazione.
Quanta gente mi ferma e mi esprime il proprio affetto, raccontandomi qualche esperienza vissuta e condivisa. Questi atteggiamenti mi danno forza e mi fanno sentire amato e voluto bene. Che bello quando un prete si sente amato e sostenuto dalla propria comunità!
Posso dire di aver respirato un tale affetto ogni giorno e, pertanto, sono grato al Signore di avermi concesso questo tempo e ora di farmi ripartire, perché la semina è stata abbondante ma qualcun altro deve proseguire.
È la prima volta che saluto una comunità!
Certo, ne ho salutate tante dopo il servizio da seminarista ma, da prete, mai, essendo questa la mia prima destinazione.
Mi sto preparando, perché il passo è complesso e nemmeno può essere banale.
Ciò che vorrei, ancora una volta, è richiamarmi e rilanciare il senso profondo del nostro cammino, il significato del nostro stare insieme, il fuoco che ha acceso i nostri incontri, la scintilla ardente che ci siamo trasmessi, la brace che ci ha legati come comunità, l’ardore che mi ha animato come sacerdote in mezzo a voi, la grazia che vi ho sacramentalmente consegnato. Tutto questo non andrà perduto ma diventerà ancora più grande e ancora più vivo, se impariamo a farne memoria, a custodirlo e a trasmetterlo a nostra volta, come la saggezza bi-millenaria della Chiesa continuamente ci rammenta.
Come scrisse Benedetto XVI: “La cosa più importante di tutte è Dio! Se non c’è Lui nella tua vita, tutto il resto non quadra. E’ come quando uno si abbottona male il primo bottone: allora anche tutto il resto è storto e bisogna iniziare daccapo. Se non quadra il rapporto fondamentale, quello con Dio, non possono essere a posto neanche tutti gli altri rapporti dei quali consta e sui quali si basa la nostra vita”.
Carissimi amici, grazie!
Vi chiedo di pregare per me perché la presenza di Dio accompagni il ministero sacerdotale che ho ricevuto in dono, che ora continua in un altro luogo e tra altra gente, e possa illuminare sempre tutti noi che continuiamo il nostro cammino nell’unica Chiesa di Cristo!
Con affetto vi saluto e vi benedico tutti.