Discorso di don Claudio al Cascinale Paolo VI in occasione della presentazione del Progetto
Più volte mi sono soffermato a guardare questa casa:
- Bella, antica…
- Vuota, abbandonata…
- Quando una casa non è abitata… rischia…
Cosa farne?
Altra riflessione…
Sembra che siamo nel tempo della ripresa. Sì, si riprende, ma si riprende cambiati. Siamo cambiati. Il cambiamento sta sotto i nostri occhi, nella nostra società, e che coinvolge tutti … e tutti gli ambiti religioso, ma anche sociale, economico… un cambiamento che ci disorienta, di spaventa.
Dobbiamo necessariamente ripartire con uno sguardo diverso, senza far finta che non ci sia stata la pandemia, cogliendo anzi l’occasione per trasformare le fatiche vissute in opportunità. La progettazione di un nuovo cammino decanale, l’assenza di un prete a tempo pieno per i nostri oratori, il coinvolgimento in maniera più responsabile dei laici nelle nostre comunità parrocchiali chiede di prendere coscienza che qualcosa è definitivamente cambiato e costringe anche noi a rivedere prassi, abitudini.
Altro motivo di riflessione e un po’ d’inquietudine …
Vedo troppi ragazzi, adolescenti, giovani persi… per strada, nei campetti, nelle piazze … cosa ci dicono?
Tre riflessioni che non possiamo sorvolare!!!
Dobbiamo fare qualcosa?
Ecco la mia richiesta di aiuto…. un aiuto perché questo ambiente, abbandonato da anni, diventi luogo che susciti vita e che susciti cultura.
Dicendo cultura vorrei dire tutte quelle conoscenze, quelle capacità, quelle abitudini che sanno ridare vita. I nostri giovani fuggono… forse perché non sappiamo rispondere alle loro domande, ai loro desideri…
Ecco, questo luogo lo vedrei come un centro della cultura dell’incontro.
È solo nell’incontro che si supera quella chiusura che spegne, è solo nell’incontro che si può guardare avanti, un incontro che supera i confini dei paesi, un incontro che apre anche a chi non guidato da principi religiosi, un incontro che dà vita. Un incontro libro da pregiudizi, lamentele, rimpianti…
Ecco la cultura dell’incontro che poi si esprime attraverso proposte, iniziative, progetti.
Questo cascinale è dedicato ad un Papa Santo, S. Paolo VI, lo ha chiamato così un mio predecessore don Macchi Giuseppe.
Paolo VI, per chi lo ricorda è stato arcivescovo di Milano. È venuto anche ad Arcisate nel 1961, esattamente 60 anni fa, due di anni prima di essere eletto Papa.
È lui che ha istituito il decanato Valceresio, mirando all’unità della Valle.
Fu Papa per 15 anni…
Un Papa, diremmo profeta, già a quei tempi insisteva per cercare l’unità nella diversità e di avere a cuore e di privilegiare la cultura della mediazione, dell’incontro.
Una cultura messa in discussione a quei tempi… ma che, oggi, appare decisiva per il futuro.
Ecco il mio augurio: che questo Cascinale sappia suscitare questa cultura, sappia ridare forza ad un nuovo modo di relazionarci, sappia ridare vita.
Penso che sia un buon inizio per affrontare questo cambiamento e non farci schiacciare dal cambiamento.