Il cordoglio dell’Arcivescovo per le vittime del Mottarone
Che una carezza dal cielo conforti.
Una carezza per favore.
Una carezza, per favore, per il cuore straziato di mamme, papà, familiari e amici di coloro che sono partiti e non sono tornati.
Una carezza per favore, per paesi segnati dall’orrore per coloro che sono morti ed erano vivi, vicini di casa, colleghi di lavoro, compagni di gioco.
Una carezza per favore, per consolare chi non vuole essere consolato.
Una carezza per favore, per seminare un po’ di luce in un giorno di sole finito in tenebre impenetrabili.
Una carezza, per favore, per dire le cose per cui non bastano le parole.
Una carezza, per favore, per alleviare la rabbia per le promesse non mantenute, per quello che non doveva capitare.
Una carezza, per favore, perché giunga un segno a dire la speranza di vita eterna.
Una carezza, per favore, per rivelare che Dio piange con i figli desolati, ricongiunge i fili spezzati, asciuga le lacrime e non delude chi si affida a lui.
Una carezza, per favore, che venga dal mistero inaccessibile, una carezza di Mattia, Vittorio, Elisabetta Samantha, Silvia, Alessandro, Angelo Vito, Roberta, Barbara, Itshak, Tom, Tal, Amid, Mohammend, Serena.