L’Associazione APE sta valuntando la possibilità di farsi carico per sistemarla e farla diventare loro sede e centro di attività
Da quasi due anni sono parroco della Comunità Pastorale “Madonna d’Useria”. Sto scoprendo sempre di più una realtà molto bella, una Chiesa viva e desiderosa di trasmettere il Vangelo di Gesù e di renderlo vita nel quotidiano, pur con tante fatiche, ma soprattutto con le gioie ben note a tutti noi.
Il mio arrivo ha coinciso purtroppo con la comparsa del virus, nemico del mondo intero, che ci ha impedito di instaurare quelle relazioni umane che sono parte portante per la vita di un prete. Ci si vede solo con gli occhi e questi non sempre sono sufficienti per conoscerci. Quanta pazienza è necessaria da entrambi le parti!!!
La nostra Chiesa fatta di ‘pietre vive’ è costituita anche di ‘pietre di cemento’. E anche da questo punto di vista i nostri paesi non scherzano! Stiamo vivendo un grande momento di rinnovamento con il radicale e impegnativo restauro della Basilica di San Vittore in corso, l’ammodernamento dell’oratorio di Brenno, gli indispensabili lavori di manutenzione dei vari immobili: insomma un cantiere sempre aperto, una piccola fabbrica del Duomo che in certi momenti diventa proprio pesante.
Quanti altri interventi sarebbero necessari e urgenti per non lasciare deperire, quando purtroppo non lo è già, un patrimonio di immobili a suo tempo acquisito o donato a disposizione della Parrocchia e quindi di tutti. Solo per citarne alcuni: la chiesa di Velmaio che necessita di interventi strutturali e che di fatto non è agibile, la chiesetta dei Re Magi non valorizzata, il Santuario dell’Useria con le grondaie da cambiare, la caldaia della chiesa parrocchiale di Brenno che funziona a calci, gli edifici adiacenti alle fornaci, ormai cadenti, gli appartamenti sopra la sede Caritas, non utilizzati perché da ristrutturare, la Casa Paolo VI, fortunatamente con il tetto nuovo, ma fatiscente negli spazi inutilizzati…
Come Parroco mi rendo conto di non poter aggiungere altro carico economico alle ingenti spese che già stiamo sostenendo, anche grazie all’impegno di tutti voi. Ma mi rammarica l’idea di non poter far nulla, almeno per sfruttare parte di ciò che abbiamo a beneficio della nostra comunità e di lasciar andare in rovina queste nostre strutture. Dopo un’attenta riflessione ho proposto all’Associazione APE (Amicizia per Educare) che dal 2014 opera nell’ambito della nostra comunità, di valutare la possibilità di farsi carico della Casa Paolo VI, per sistemarla e farla diventare loro sede e centro di attività culturali della Comunità Pastorale.
La mia proposta è stata ben accolta e valutata sotto i vari aspetti.
Attualmente sono in corso le verifiche dello stato di fatto, e la programmazione delle fasi e delle modalità di intervento, al termine del quale i locali della Casa torneranno ad essere fruibili e il bel parco adiacente verrà così automaticamente valorizzato.
L’associazione APE ha preparato anche un progetto culturale sociale e aggregativo, da me condiviso, che prevede il coinvolgimento degli altri gruppi o associazioni che vorranno farne parte (nelle modalità che prossimamente verranno ampliamente spiegato) e soprattutto rivolto a diverse fasce d’età. Quanto sarebbe bello vedere la Casa Paolo VI rivivere con iniziative a supporto della Comunità Pastorale, rivolte ai bisognosi, agli anziani, alle famiglie o ai giovani!
La strada è lunga e in salita, ma il Signore è grande e certamente guiderà tutti i volontari e tutti coloro che vorranno iniziare questo nuovo cammino, per rendere la nostra Comunità sempre più Chiesa viva e gioiosa.