Per esercitare al meglio il nostro servizio di lettori e lettrici, è essenziale che abbiamo la massima coscienza del significato, dell’importanza e delle implicazioni che questo servizio comporta per ciascuno di noi e per la vita della Chiesa tutta.
- Attraverso la Sua Parola, proclamata nell’assemblea cristiana, “Dio parla al suo popolo e Cristo annunzia ancora il suo vangelo”. Nella Parola, Cristo risorto si fa realmente presente tra i suoi e dona lo Spirito per la glorificazione del Padre e la loro santificazione.
- “Attraverso la Parola che si annuncia, si compie nella Chiesa una vera “epifania” del Signore in mezzo a coloro che, da questa stessa Parola, sono convocati per professare e crescere nella fede e celebrare il mistero pasquale di Cristo. “È lui dunque che parla quando nella Chiesa si leggono le Scritture“ (SC, 7).
- La liturgia della Parola non è una “preparazione” a ciò che avviene più tardi (es.: la consacrazione e la comunione eucaristica), ma è essenziale all’atto di culto e quindi partecipa delle finalità di esso: la proclamazione della Parola è glorificazione di Dio e sorgente di salvezza e di santità per gli uomini.
- Il corretto e fedele esercizio del servizio del lettore si inserisce nel vivo del cammino di fede dell’intera comunità parrocchiale. Lo scopo ultimo dell’impegno del lettore è proprio questo e possiamo applicare a lui quanto S. Paolo afferma: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?” (Rom 10,13-15).
Dare voce alla parola di Dio
La lettura o, meglio, la proclamazione in un'assemblea liturgica è il risultato di due operazioni che tutti fanno normalmente: leggere e parlare. Il carattere pubblico della lettura, però, richiede che siano rispettati alcuni principi:
- non si legge in assemblea come si legge per proprio conto un giornale o un romanzo;
- non si parla in assemblea come si fa in una conversazione fra due o tre persone.
Preparazione precedente
- Per potere esercitare efficacemente il ministero di lettore, sarebbe opportuno preparare con un certo anticipo le letture della domenica.
- Il lettore dovrebbe leggere diverse volte il testo ad alta voce. Solo così, infatti, ci si può rendere conto di un gran numero di difficoltà. Ad esempio, le parole "Nabucodonosor" e "Tessalonicesi" sono facili da leggere mentalmente, ma difficili da proclamare!
- Inoltre, siccome viene letta la Parola di Dio (non una qualsiasi parola umana!) e si è in un ambito liturgico e si proclamano testi biblici, si deve tenere sempre presente che è Cristo “che parla quando nella Chiesa si proclama la Sacra Scrittura” e la percezione di questo fatto può essere alterata dal modo con cui il lettore svolge il proprio compito.
Consigli per leggere
- Durante la liturgia della Parola “tutti siedono… tutti ascoltano”. Pertanto, il lettore dovrebbe tener ben presente che non legge per sé, ma proclama per un’assemblea in ascolto.
- Quando è il nostro turno andiamo rapidamente verso l’altare ci inchiniamo e ci avviamo verso l’ambone, ci giriamo verso il celebrante e si dice ad alta voce: “Benedicimi Padre” … si riceve la benedizione e si fa il segno di croce. Poi guardiamo un momento l’Assemblea e poi diciamo, con tono semplice e fermo, la provenienza della lettura, ad esempio, “Dal libro del Profeta Isaia”. Da questo momento non dobbiamo più guardare verso l’Assemblea. Alla fine della lettura si guarda nuovamente, per un momento, l’Assemblea e si dice “Parola di Dio”.
- È necessario essere precisi, ma senza fretta.
- Il tono della Lettura deve essere quello della proclamazione solenne, ma con misura. Dobbiamo far trasparire entusiasmo umano e calma interiore. La nostra voce è la Voce di Dio.
- Dalla nostra voce deve traboccare amore, umiltà, fede, semplicità, misericordia e umanità.
- Quando si è davanti a tante persone è normale emozionarsi, ma non dobbiamo dimenticare che noi siamo solo servitori. Prima di cominciare è utile fare un bel respiro e poi iniziare.
- Ogni singola parola è importante. Nella vita possiamo anche parlare in modo veloce, ma non possiamo leggere la Parola del Signore in quel modo.
- La presenza del microfono non deve trarci in inganno e la nostra voce deve essere abbastanza sostenuta. Dobbiamo pensare di parlare anche alle ultime file.
Il ritmo
- Le frasi di un testo hanno un ritmo che il lettore dovrebbe saper rendere. Si tratta del modo in cui viene regolata la successione delle sillabe e delle parole. Per rendere bene il ritmo di una frase, è necessario aver stabilito in precedenza tutte le pause.
Il volume
- Nella lettura in pubblico si dovrebbe parlare con un volume più alto di quello che si usa nella comune conversazione: bisognerebbe parlare ad alta voce, un po' come quando si è in collera.... ma senza esserlo! Inoltre, bisognerebbe parlare spingendo la voce "in avanti", cioè non si dovrebbe trattenere il suono della voce in fondo alla gola, ma al contrario proiettarlo lontano, davanti a sé, come quando si chiama qualcuno che è lontano.
L'intonazione
Si dovrebbe evitare la cantilena che ricorda il modo di recitare le poesie.
Il comportamento
Il comportamento del lettore incomincia nel momento in cui ci si sposta verso l'ambone (cioè il luogo da cui si proclamano le letture). Non si dovrebbe partire dal proprio posto prima che sia concluso ciò che precede (orazione, lettura o canto)! Uno spostamento calmo prepara l'uditorio ad ascoltare con attenzione. Arrivato all'ambone, il primo gesto del lettore dovrebbe essere riservato al microfono: quando è necessario lo si regoli alla propria altezza. Il secondo gesto dovrebbe essere per il Lezionario (il libro): ci si dovrebbe assicurare che sia aperto alla pagina giusta. A questo punto il lettore si dovrebbe mettere nella posizione di lettura: diritto, la testa alta perché la voce arrivi bene, le mani posate ai lati del libro o del leggio o tenute in basso (non in tasca).
Ancora qualche consiglio.
- Non si deve dire: " Prima lettura ", " Salmo responsoriale ", " Seconda lettura " ma si inizia subito con l'annuncio della lettura (ad esempio " Dal libro del profeta Isaia ").
- Quando alla fine delle letture si dice: " Parola di Dio ", bisognerebbe fare uno stacco, cambiare tono e mettere in evidenza le parole " di Dio ", in modo da suscitare la risposta dei fedeli.
- Terminata la lettura, prima di allontanarsi, il lettore dovrebbe fare una breve pausa, attendere la risposta dell'assemblea (cioè "Rendiamo grazie a Dio" e non scappare subito via come alla fine di un compito sgradevole.
- Se leggi le Letture di una S. Messa solenne accordati con i cantori su salmi o versetti che possono essere recitati o cantati
- L'elenco dei turni è puramente indicativo, ma se non riesci a coprire il tuo turno avvisa per tempo un sostituto.
La preghiera dei fedeli
- La preghiera dei fedeli è inserita nella liturgia della Parola perché ha la funzione di “rispondere” alla Parola di Dio che è stata precedentemente proclamata, e dà la possibilità a ogni fedele di esprimere il proprio sacerdozio battesimale elevando a Dio preghiere di intercessione per la salvezza di tutti.
- Per questo la “preghiera universale”, o “dei fedeli”, ha la caratteristica di essere formulata in base alla celebrazione che stiamo vivendo, al tempo liturgico, alle necessità del mondo.
- Va letta a chiara voce, tutti devono sentirsi coinvolti nella preghiera.
- È buona cosa organizzare e rispettare i turni anche per la lettura della preghiera dei fedeli e NON SIA sempre la stessa persona a leggere ogni domenica o giorno feriale
Introduzione alla messa domenicale
- Viene letta un paio di minuti prima dell’inizio della celebrazione e deve aiutare i fedeli ad inserirsi nel clima di preghiera. Di domenica vengono pure letti i nomi delle persone per cui si celebra la S. Messa… vanno letti chiaramente perché, purtroppo, per molti è più importante il nome che la Preghiera!!!