1° Maggio - Messaggio dell'Arcivescovo
di monsignor Mario DELPINI, Arcivescovo di Milano
Non viene spontaneo quest’anno chiamare “festa del lavoro” o “festa dei lavoratori” il Primo Maggio. Troppe incertezze, troppe tensioni, troppi problemi complicati.
Rispettando l’origine laica della festa, e proprio per onorarne l’identità profonda, se toccasse a me proporrei piuttosto di intitolare questa giornata: “promessa di una pagina nuova per il lavoro e i lavoratori”
Il patrocinio di san Giuseppe, operaio di Nazaret, uomo di fatti e di fede, ci aiuti a vivere quest’anno a lui dedicato da papa Francesco, anche nell’ambito del lavoro e delle condizioni dei lavoratori, con opere di fatti e di fede
Scriveremo in questa pagina in primo luogo “fiducia”
Confidiamo nella provvidenza di Dio, siamo coscienti delle nostre possibilità, abbiamo stima di noi stessi, senza presunzione, non siamo inclini al lamento sterile né al pessimismo, sappiamo delle risorse di intraprendenza ed efficienza del nostro territorio, siamo fieri di rimboccarci le maniche e metterci all’opera.
Scriveremo “solidarietà”
La forza dei lavoratori è quello di essere uniti. In questa pagina nuova scriveremo non “uniti contro” qualcuno, ma “uniti per” scrivere una storia nuova.
Le organizzazioni sindacali e la sensibilità maturata in questa tragedia impegnano a non essere uniti solo per categorie a difendere posizioni, ma uniti per difendere tutti: uomini e donne, occupati e disoccupati, giovani e adulti, garantiti e non garantiti, italiani e non italiani.
Nessuno deve rimanere escluso. Nessuno si salva da solo.
Scriveremo “alleanza”
Tutti i soggetti, tutti i corpi sociali sono chiamati a stringere alleanza per affrontare l’emergenza ed essere protagonisti di percorsi inediti.
Alleanza tra le istituzioni. Viene il tempo opportuno perché le Istituzioni pubbliche recuperino credibilità e si confermino a servizio del bene comune e dello sviluppo del paese. Meno burocrazia e più lungimiranza!
Alleanza tra istituti di credito e imprenditori: condividere una idea di responsabilità sociale, per cui i soldi non servono per far soldi, ma per favorire intraprendenza operosa e promettente.
Alleanza tra mondo del lavoro e mondo della scuola, perché la formazione e la motivazione sono essenziali per nuovi inizi.
Alleanza di tutti per vigilare sulle insidie del denaro sporco e delle procedure illegali: il denaro che viene dal male fa male.
Scriveremo “buon vicinato”
Ogni persona, ogni famiglia avverte una fraternità che pratica il prendersi cura ordinario, con il gesto minimo che giunge anche là dove le istituzioni non sanno, non possono giungere.
Ci sono povertà nascoste, ci sono solitudini desolate: chi abita nella porta accanto può riconoscerne i segni e tendere una mano.
Scriveremo “carità”
La nostra terra è, per così dire, marchiata da una predisposizione alla carità. Perciò in tutto il territorio sono presenti forme di aiuto immediato e discreto. Nessuno deve disperare.
Non possiamo risolvere tutti i problemi ma per tamponare un’emergenza, per attraversare un momento di coincidenze avverse, le comunità cristiane e le tante realtà ecclesiali sono pronte e disponibili a fornire il proprio contributo. Ricordo a titolo esemplificativo lo strumento che ho pensato – insieme al Sindaco di Milano – proprio per operare in questi mesi di pandemia, il Fondo San Giuseppe. Ma tutti conosciamo quanto è popolata la galassia dei soggetti e delle realtà che si prodigano spesso nel nascondimento per sostenere e dare aiuto. La Chiesa ambrosiana intende restare al fianco dei tanti soggetti che sanno sviluppare cooperazione e solidarietà (consorzi, confederazioni, associazioni, singoli imprenditori) in un momento di così grande fragilità.
Tutte queste realtà, per poter sostenere, chiedono a loro volta di essere sostenute. Soltanto così si potrà continuare a trovare risposta per bisogni alimentari, per affrontare il sovra-indebitamento, per impegni e scadenze incombenti, per essere accompagnati e formati nella ricerca di un nuovo lavoro.
Scriveremo “preghiera”
Possiamo fare molto con la grazia di Dio.
Preghiamo per coloro che sul lavoro hanno trovato la morte, invece che le risorse per vivere; preghiamo per le loro famiglie.
Preghiamo perché ciascuno maturi la coscienza che deve rispondere di fronte a Dio delle sue scelte; tutti: responsabili delle istituzioni, imprenditori, lavoratori, ricchi, poveri, fedeli cattolici e di ogni credo.
Preghiamo per la conversione di coloro che si arricchiscono impoverendo gli altri, che fanno soldi e potere rovinando vite: anche loro devono rispondere di fronte a Dio, oltre che di fronte alla giustizia degli uomini.
Chiediamo l’intercessione di Maria, all’inizio del mese di maggio; chiediamo la protezione di san Giuseppe, in questo anno a lui dedicato.