Il progetto dei nuovi poli liturgici della chiesa di San Vittore, fortemente vincolato dalla conformazione del presbiterio e dalle preesistenze, si è incentrato sullo studio delle forme che hanno preso ispirazione dall’archetipo dell’albero.
L’albero è un simbolo universale ricorrente in molte religioni, anche nel Cristianesimo, come già nella religione ebraica, assumendo valenze di forte significato evocativo.
L’albero che dà la vita è presente nella Genesi, nel giardino dell’Eden accanto all’albero della conoscenza; attraversa poi tutta la storia del popolo di Dio fino ad identificarsi nella croce del Golgota, luogo del sacrificio del Cristo.
La forma dell’altare, semplificata e astratta sebbene chiaramente evocativa pur nella sua contemporaneità, instaura un rapporto con l’edificio esistente e consente la visione dell’altare borromaico pre conciliare.
Il nuovo manufatto così non crea una cesura dello spazio del presbiterio ma si colloca nella scena liturgica come protagonista discreto.
Il materiale dei nuovi poli è il marmo Botticino, già usato per la pavimentazione, con l’intento di creare un legame ancora più solido con il piano di appoggio e di non moltiplicare i materiali già presenti.
Altare
L’altare rappresenta un tronco che si traduce nel sostegno centrale al piano della mensa e le sue nervature collegano le radici che affondano a terra nel suolo sacro della chiesa. Risulta così fortemente radicato richiamando i valori simbolici del legame tra la comunità dei fedeli e il sito di così antica origine. Il sottosuolo della chiesa, indagato anche dai recenti scavi archeologici, è il luogo dove affondano le radici dell’altare per trovare il nutrimento spirituale per i credenti.
Ambone
L’ambone è realizzato con lo stesso materiale dell’altare e ispirato dalle stesse forme generatrici. Avanzato verso l’aula, grazie ad un piccolo prolungamento del gradino più alto del presbiterio, entra in relazione con l’assemblea.
È un elemento di disegno semplice che assolve nobilmente la sua funzione senza entrare in competizione con l’altare e occludere alla vista lo spazio della liturgia.
Sede del celebrante
La sede del celebrante, ricavata da un unico blocco di marmo, viene collocata in posizione ben visibile da tutti e in diretta comunicazione con l’assemblea avanzando verso i gradini che risalgono dall’aula.
La sede è pensata come una seduta che nelle geometrie arrotondate cerca un dialogo con gli altri fuochi liturgici; pur evitando le sembianze del trono mantiene una sua riconoscibilità e dignità