Questa festa è stata istituita ufficialmente nel
1992 da Giovanni Paolo II, che la fissò per tutta la
Chiesa nella prima domenica dopo Pasqua, la cosiddetta “Domenica in albis”. Gesù, secondo le visioni avute da suor Faustina Kowalska e annotate
nel Diario, parlò per la prima volta del desiderio
di istituire questa festa nel 1931, trasmettendo la
sua volontà per quanto riguardava il quadro: “Io
desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello,
venga solennemente benedetta nella prima domenica
dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa
della Misericordia”.
Nel Vangelo che ascoltiamo oggi, seconda domenica di Pasqua, Gesù viene incontro all’incredulità di Tommaso, invitandolo a toccare le sue
piaghe. Esse costituiscono la fonte della pace,
perché sono il segno dell’amore immenso di Gesù
che ha sconfitto le forze ostili all’uomo, il peccato, la morte. Lo invita a toccare le piaghe.
Le piaghe di Gesù sono i tanti problemi, difficoltà, persecuzioni, malattie
di tanta gente che soffre. Da quelle piaghe scaturisce la misericordia. Per
questo oggi è la domenica della misericordia. Tutti noi abbiamo bisogno
della misericordia, lo sappiamo. Avviciniamoci a Gesù e tocchiamo le sue
piaghe nei nostri fratelli che soffrono. Le piaghe di Gesù sono un tesoro: da
lì esce la misericordia. Con le sue piaghe Gesù intercede davanti al Padre,
dà la misericordia a noi se ci avviciniamo lui e intercede per noi.