Un cammino di attesa e vigilanza tra memoria, presenza e speranza.

Con questa domenica cominciamo il cammino dell’Avvento. Tutto l’Avvento si può racchiudere in un solo verbo, semplice ma profondissimo: VENIRE. Il Signore venne, viene e verrà.


Il Signore venne: è il mistero dell’Incarnazione. Dio si è fatto uomo, ha camminato sulle nostre strade, ha condiviso la nostra storia. Non è un Dio lontano, ma vicino, tenero, concreto.


Il Signore viene: ogni giorno, nella nostra vita quotidiana, nel silenzio della preghiera, nei sacramenti, nelle persone che ci amano, nei poveri che incontriamo. Egli è il Dio del presente, che non smette mai di bussare alla porta del nostro cuore.


E il Signore verrà: verrà alla fine dei tempi, nella gloria, per rinnovare tutto e portare a compimento la sua opera di salvezza. È la speranza che illumina il nostro futuro, la certezza che la storia non va verso il nulla, ma verso un incontro.


Questo è il cuore dell’Avvento: vivere nella memoria del passato, nella grazia del presente, nella speranza del futuro, sapendo che ogni tempo è abitato da Dio.


Non dimentichiamoli questi tre tempi dell’unico verbo! Essi riguardano Lui, il Signore ma, di conseguenza, riguardano anche noi. Egli venne, e il passato è salvato e amato; Egli viene, e il presente è salvato e amato; Egli verrà, e il domani è salvato e amato. Venne, viene, verrà Lui, il Signore della vita e della storia, il Signore che è appassionato della nostra salvezza e della nostra redenzione, della pienezza della nostra vita.


In questa cornice, oggi, prima domenica di Avvento, risuonano altre due parole. Cominciano anch’esse con la “V”, che troviamo in tutta quanta la liturgia. La prima è VIENI, vieni Signore Gesù, vieni, perché abbiamo bisogno di te! È il grido che sale dal cuore dell’uomo che sente il bisogno di Dio. “Vieni, Signore Gesù! Vieni nel nostro cuore, nella nostra casa, nella nostra storia.”


La seconda parola è quella che il Signore rivolge a noi: “VEGLIATE!” Il Vangelo di Matteo (24,1-31) ci invita alla vigilanza: “Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.”. Vegliare non significa solo non dormire, ma avere il cuore desto, capace di riconoscere la presenza del Signore.


Il peccato, infatti, addormenta l’anima: ci chiude gli occhi sul bene, ci rende distratti, ci toglie la pace. Chi veglia, invece, vive con libertà, con sguardo limpido e cuore aperto.


Cinque tempi di un unico verbo; e siano questi ad accompagnare il nostro cammino di Avvento.


Cinque “V” per vivere bene il tempo dell’Avvento: Venne il Signore, Viene il Signore, Verrà il Signore; e poi, il dialogo fatto dalla nostra supplica: “Vieni, perché abbiamo bisogno di te”, e dalla parola che il Signore ci suggerisce: “Vegliate perché il cuore e l’anima siano liberi e limpidi per vedere che vengo a visitarvi!”.


don Claudio